Heinz Guderian, il padre della Panzerwaffe

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    di Oskar

    Nel corso della storia diversi uomini si sono distinti come autentici geni nell'arte della guerra, ma solo pochi di essi hanno saputo sconvolgere i paradigmi della loro epoca e cambiare profondamente i canoni della strategia e della tattica bellica. Heinz Guderian è stato uno di questi grandi innovatori, un comandante che ha lasciato un segno indelebile nella storia militare.

    FORMAZIONE E CARRIERA MILITARE
    Heinz Wilhelm Guderian nacque a Kulm, sulla Vistola, il 17 giugno 1888, figlio di un ufficiale del prestigioso IX battaglione Jäger (cacciatori) di Pomerania là di stanza. Avviato giovanissimo dal padre alla carriera delle armi, Guderian frequentò la scuola militare di Gross Lichterfelde, a Berlino, e successivamente fu assegnato al X battaglione Jäger, che lasciò dopo quattro anni di servizio nel 1911. Dopo aver frequentato un lungo corso di radiotelegrafia, Guderian entrò a far parte, come ufficiale segnalatore, della 5ª divisione di cavalleria. Nel 1914 fu ammesso alla famosa accademia di guerra di Potsdam. Con lo scoppio della prima guerra mondiale la sua carriera subì una momentanea interruzione; costretto ad abbandonare l'accademia, Guderian rientrò presso la 5ª divisione di cavalleria, inviata a combattere sulla Marna.
    Negli anni della Grande Guerra iniziò a manifestarsi in lui l'irrequietezza, non insolita nelle personalità forti e geniali, che lo avrebbe portato per tutta la vita a scontrarsi con i superiori. Trasferito durante il conflitto proprio per contrasti con i superiori alla 4ª divisione di cavalleria, Guderian nel 1918 approdò al corpo di stato maggiore, dopo aver concluso il corso accademico interrotto quattro anni prima; vi restò fino al termine delle ostilità. Cessato il conflitto rimase nell'esercito e fu assegnato alla "Divisione di Ferro" del generale Rüdiger von der Goltz, di stanza nella regione del Baltico.
    Per quattro anni il suo percorso nelle forze armate fu caratterizzato da trasferimenti per ragioni di indisciplina (arrivò addirittura a polemizzare con il generale Hans von Seeckt, comandante generale della Reichswehr, l'esercito della Repubblica di Weimar). Nonostante tutto, Guderian non fu allontanato dalle forze armate grazie al talento e alla preparazione che possedeva. Nel 1922, mentre era distaccato presso il VII battaglione bavarese da trasporto motorizzato, ricevette l'incarico che avrebbe segnato la sua vita: gli fu affidato il compito di studiare le possibilità di meccanizzazione del piccolo esercito tedesco. Da quel momento Heinz Guderian abbracciò le armi corazzate e meccanizzate e iniziò a conoscerle, studiarle e apprezzarle fino a diventarne uno dei massimi esperti della sua epoca.
    Negli anni Trenta la sua carriera fece il salto definitivo. Con l'ascesa di Hitler l'esercito tedesco, infrangendo il trattato di Versailles, iniziò a formare, solo inizialmente in segreto, le sue prime divisioni corazzate. Guderian, colonnello dal 1933 e uno dei pochi esperti tedeschi di truppe corazzate, fu chiamato a comandarne una, la 2ª Panzerdivision, nel 1935. Promosso generale di brigata nel 1936 e generale di divisione all'inizio del 1938, prese parte in quello stesso anno all'Anschluss, l'annessione dell'Austria al Terzo Reich. Sempre nel 1938 fu nominato da Hitler General der Panzertruppen, generale di corpo d'armata per le truppe corazzate, e comandante dei reparti corazzati. Tra il 1938 e il 1939, Guderian si trovò a guidare la frettolosa costituzione di intere divisioni corazzate per la guerra che il dittatore nazista avrebbe scatenato nel settembre 1939. Nella Germania di Hitler trovò un terreno fertile per la sua difficile impresa: il Reich era fermamente intenzionato a creare dalle macerie del trattato di Versailles un nuovo esercito, libero dalle concezioni belliche superate del passato. Con la sua opera, Guderian divenne il padre della formidabile Panzerwaffe, l'arma corazzata della Wehrmacht, che aveva nel perfetto equilibrio organico tra carri e fanti il suo punto di forza.

    LE TEORIE DI GUDERIAN ALLA PROVA DELLA GUERRA
    Nel settembre del 1939, alla testa dei corazzati che era riuscito a far costruire, Guderian penetrò vittoriosamente nel territorio della Polonia sino a Brest-Litovsk. La campagna tedesca in Polonia fu il primo esempio compiuto di 'Blitzkrieg', la leggendaria 'guerra lampo', dopo le prove generali durante la guerra civile spagnola. Per Guderian fu la realizzazione delle teorie che andava predicando da anni e che difendeva a oltranza anche con i suoi comandanti.
    I carri armati fino a quel momento erano stati usati essenzialmente come difesa per la fanteria appiedata, anche dagli eserciti che ne disponevano in grande numero, come quello francese. Secondo Guderian, invece, i corazzati potevano agire autonomamente, procedendo "Klotzen, nicht Kleckern", "concentrati, non sparpagliati", sfondando con la loro potenza le linee avversarie e chiudendo il nemico in sacche, assumendo il ruolo di forza principale dell'esercito a cui l'impiego delle altre armi doveva essere subordinato negli attacchi concentrati. Utilizzando i carri come un micidiale cuneo d'acciaio era possibile, secondo Guderian, ottenere successi decisivi in poco tempo.
    Il generale di Kulm mise su carta queste idee nel suo celebre libro Achtung, Panzer! del 1937. Più tardi, nelle sue memorie, scrisse di essersi ispirato agli scritti che tre inglesi, John Fuller, Giffard Le Quesne Martel e, soprattutto, Basill Liddel Hart, pubblicarono tra le due guerre mondiali. Essi rimasero inascoltati dalla casta militare del loro Paese, ma non da Guderian, che da loro trasse le idee di base per la tattica del Blitzkrieg: utilizzo di forze corazzate per attacchi in profondità e per distruggere le comunicazioni nemiche, impiego di unità motorizzate di fanteria per sfruttare lo slancio iniziale ottenuto grazie allo sfondamento dei carri, che non dovevano fermarsi per rafforzare i fianchi, e uso dell'aviazione per devastanti attacchi combinati. Il maggiore merito militare di Guderian sta nell'aver trasformato tali teorie in una devastante tattica di guerra, caratterizzata in prima istanza dall'uso metodico della velocità come arma per travolgere il nemico e impedirgli di riorganizzarsi. Proprio l'incredibile rapidità di manovra che lo caratterizzava, espressione forse della sua indole così inquieta e ansiosa, valse a Guderian il soprannome "Heinz der Rascher", "Heinz il veloce".
    Dopo i successi in Polonia, per i quali venne insignito della croce di "cavaliere della Croce di Ferro", la prestigiosa "Ritterkreuz", Guderian fu trasferito sul fronte occidentale, dove nel maggio del 1940 guidò le avanguardie corazzate tedesche nello sfondamento delle Ardenne, inizialmente all'interno del Panzergruppe Kleist e, nella seconda parte della campagna, alla testa di un proprio Panzergruppe, a causa dei soliti contrasti con il diretto superiore. Il successo del Blitzkrieg in Francia fu clamoroso: evitate le ormai anacronistiche fortificazioni della linea Maginot, i tedeschi chiusero in un'enorme sacca le armate anglo-francesi, che si aspettavano una guerra lunga, simile al primo conflitto mondiale, e non immaginavano che le truppe corazzate tedesche potessero passare in massa attraverso le foreste delle Ardenne. La disfatta delle forze alleate non si trasformò in un disastro solo a causa all'attendismo di Hitler, mai del tutto spiegato, che permise a oltre 300 mila anglo-francesi di fuggire in Inghilterra da Dunkerque. Per Guderian, che aveva condotto le sue truppe in prima persona secondo la massima "Il Panzer del comandante in testa, come guida da seguire", fu un trionfo. Spinse il proprio Panzergruppe in una sola settimana, dal 13 al 20 maggio 1940, dalla Mosa alla Manica, tagliando fuori gli eserciti alleati dislocati in Belgio. La tattica della 'guerra lampo', che aveva così abilmente perfezionato con idee come l'impiego dei paracadutisti per conquistare intatti i nodi logistici e aggirare i forti nemici, colse di sorpresa gli anglo-francesi e valse alla Germania la sua più grande affermazione.

    TRIONFI E OCCASIONI PERSE SUL FRONTE ORIENTALE
    Nel 1941 le sorti del "veloce Heinz" e del Terzo Reich toccarono il loro apice per poi iniziare un brusco declino. Nominato generale d'armata, Guderian fu posto al comando del II Panzergruppe, la più potente, con quasi 1000 panzer, delle armate corazzate destinate alla campagna di Russia. Il "veloce Heinz" nel suo libro si era dimostrato conscio, ben più di Hitler, della pericolosità dell'invasione dell'URSS, a causa delle dimensioni soverchianti dell'esercito sovietico e dell'immensità del territorio russo; ciò nonostante si gettò nell'attacco con tutte le sue energie. Nelle sconfinate pianure dell'Unione Sovietica dimostrò ancora una volta il suo valore e l'incredibile efficacia delle sue tattiche di guerra, avanzando per settimane a ritmi indemoniati. Inquadrato nel Gruppo d'Armate Centro di Fedor von Bock, Guderian mirava dritto verso Mosca, con l'obiettivo di conquistare la capitale russa prima dell'inverno. Fedele alla tattica del Blitzkrieg, il "veloce Heinz" puntava tutto sulla rapidità degli attacchi corazzati, la sorpresa e la capacità di sfruttare le occasioni che si presentavano in battaglia. Era sempre attento a non perdere lo slancio dell'offensiva e a continuare l'attacco anche dopo enormi trionfi.
    Tuttavia, nella sua trionfale avanzata verso Mosca, Guderian fu frenato, come a Dunkerque, da un errore di Hitler, oltre che dall'indomita resistenza dei russi. Il Führer, convinto alla fine dell'estate di avere la strada per Mosca ormai aperta, decise di posticipare la spinta finale verso la capitale sovietica per raggiungere ulteriori obiettivi sul fronte settentrionale e su quello meridionale. Così indebolì il Gruppo d'Armate Centro per spingere a nord verso Leningrado e a sud verso Kiev. Guderian, che a luglio, grazie ai successi ottenuti a Minsk e Smolensk, era stato insignito anche delle fronde di quercia alla Croce di Ferro, fu trasferito in agosto con i suoi carri nel Gruppo d'Armate Sud, con cui conseguì la colossale vittoria di Kiev, un accerchiamento che intrappolò quasi un milione di soldati dell'Armata Rossa. La vittoria gli costò però cara, perché dovette fatalmente cedere il passo nella corsa verso Mosca. Quando, a fine settembre, Hitler si decise a riprendere la spinta in direzione della capitale sovietica, trasferendo nuovamente Guderian sul fronte centrale, era ormai troppo tardi: i russi avevano organizzato intorno a Mosca delle difese molto più robuste di quelle che la Wehrmacht si sarebbe trovata a fronteggiare in estate e la brutta stagione era già iniziata. Le piogge e i fanghi prima e il gelo poi spensero lo slancio offensivo che il "veloce Heinz" aveva assicurato per mesi alle sue truppe. Le divisioni tedesche rimasero impantanate, con la benzina congelata, l'artiglieria bloccata e i soldati male equipaggiati che morivano assiderati, proprio alle porte di Mosca. Con i suoi uomini sfiniti e con l'inizio della controffensiva sovietica, Guderian il 5 dicembre decise di indietreggiare per riorganizzarsi, contravvenendo agli ordini di Hitler. Dopo soli venti giorni e in seguito anche ai forti contrasti con il nuovo comandante del Gruppo d'Armate Centro, Günther Hans von Kluge, il "veloce Heinz" fu allontanato dal comando delle sue truppe corazzate sul fronte orientale, nonostante i suoi numerosi trionfi.

    IL RITORNO E L'EPILOGO
    Per oltre un anno Guderian rimase a riposo forzato, consumandosi e dovendo affrontare anche una crisi cardiaca mentre la Germania si avviava alla sconfitta. Solo nel febbraio 1943 fu richiamato da Hitler, che il primo marzo lo nominò "Ispettore generale delle forze corazzate e dei semoventi". Una delle sue prime decisioni fu quella di continuare a puntare, in maniera lungimirante, sul Panzer IV, accanto ai nuovi Panther e Tiger, per non indebolire numericamente le già provate divisioni corazzate tedesche. Svolse in generale il nuovo incarico con la tradizionale energia ma, al momento del suo ritorno, la guerra sul fronte orientale era già stata irrimediabilmente perduta.
    Nell'estate del 1943 Guderian si oppose all'ultima offensiva di Hitler in Russia, la disastrosa operazione Zitadelle, mirante a eliminare il saliente di Kursk che i sovietici difendevano con ingenti forze, un'offensiva prevedibile che logorò ulteriormente le truppe del Reich. Ebbe contrasti l'anno seguente con Hitler ed Erwin Rommel circa il modo di affrontare lo sbarco degli Alleati in Francia, proponendo la concentrazione delle forze corazzate in un'unica riserva contro il piano, poi adottato, di tenerle frammentate per eludere la superiorità aerea alleata e poter intervenire più tempestivamente sui luoghi dell'invasione.
    Dopo il fallimento del colpo di Stato del 20 luglio 1944, Guderian venne nominato a sorpresa capo di stato maggiore generale al posto di Kurt Zeitzler e si prodigò per confermare l'appoggio degli ufficiali a Hitler. Utilizzò tutte le sue forze per contrastare il disfacimento del fronte orientale, al quale attribuiva sempre la priorità assoluta. Mantenne l'incarico fino al marzo 1945 quando, con il Reich ormai allo sfascio e dopo diversi dissapori con Hitler su scelte come la controffensiva delle Ardenne, il Führer lo sostituì con Hans Krebs e lo inviò in licenza ufficialmente per motivi di salute.
    Il 10 maggio 1945 Guderian si consegnò prigioniero agli Alleati in Tirolo e trascorse i successivi tre anni in detenzione, per un certo periodo sotto la minaccia di essere estradato in Polonia e processato per crimini di guerra. Il 17 giugno 1948 fu rilasciato; si ritirò a vita privata in Baviera, dove scrisse le sue memorie, in cui accentuò la propria opposizione a molte decisioni di Hitler e in alcuni casi sminuì il contributo di altri ufficiali, tedeschi e non, allo sviluppo del Blitzkrieg. Furono pubblicate nel 1951 con il titolo Erinnerungen eines Soldaten, "Ricordi di un soldato". Morì il 17 maggio 1954 a Schwangau bei Füssen in seguito a un attacco cardiaco.

    Heinz Guderian, nonostante l'integralismo con cui sosteneva le proprie idee, la scarsa attitudine al rispetto delle gerarchie, che poco si addice a un militare, e la tendenziosità delle sue memorie, rimane la figura storica più rappresentativa della guerra corazzata nella seconda guerra mondiale, esempio più unico che raro di teorizzatore e realizzatore di una tattica bellica innovativa, clamorosamente efficace e destinata a caratterizzare i conflitti in tutto il mondo per alcuni decenni.

    BIBLIOGRAFIA
    -Molinari, Andrea (a cura di), Soldati e battaglie della seconda guerra mondiale, num. 14, Torino, HOBBY & WORK, 1999.
    -Shirer, William L., Storia del Terzo Reich, Milano, Fabbri Editori, 1978.
    -Simone, Gianfranco, "La tecnica del Blitzkrieg", inserto in Shirer, William L., Storia del Terzo Reich, Milano, Fabbri Editori, 1978.
    -Vinci, Antonio, "Heinz Guderian", inserto in Shirer, William L., Storia del Terzo Reich, Milano, Fabbri Editori, 1978.

    Questo lavoro rappresenta il primo tassello della collaborazione tra "Forum Difesa" e "Storia e Politica", inizio di un percorso di condivisione di approfondimenti inerenti la storia militare, area tematica che unisce le nostre due realtà.
    Personalmente sono onorato che alcuni dei miei lavori, e in generale il forum che amministro, possano trovare spazio su un sito serio e partecipato come il vostro. Mi auguro di ricevere commenti e critiche.


    Edited by Oskar - 28/10/2015, 14:02
     
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    Dico solo che non mi sembra vero. Guderian è insieme a Von Menstein e Von kleist un vero idolo per me. Ho cercato per tantissimo tempo il suo libro "erinnerungen eines soldaten" (in italiano) senza successo. "Heinz" è stato veramente un grandissimo dell'arte della guerra.
     
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  3. romano_fd
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