Blocco Occidentale

Relazioni transatlantiche, NATO, UE, Giappone, Australia e Nuova Zelanda

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  1. Misterlego
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    Da notare anche come gli Stati Uniti, che hanno uno stato sociale a dir poco ridotto, sono nella peggiore posizione del mondo occidentale nell'indice di equa ripartizione della ricchezza. E questo è particolarmente grave, perché se l'ascensore sociale italiano è difettoso, forse ha il cavo un po' troppo elastico, l'ascensore sociale americano è inesistente. Mi dispiace infrangere il sogno americano, ma ad oggi, un ragazzo italiano ha molte più possibilità di un ragazzo statunitense. Questo grazie allo stato sociale italiano, nella nostra realtà, e in generale grazie allo stato sociale europeo.

    Infatti, le misure messe in atto per proteggere le categorie più deboli della nostra società, permettono al ragazzo italiano di bassa o bassissima estrazione sociale di poter completare gli studi senza quasi spendere un euro. La scuola infatti è gratuita e l'università si basa su un sistema a fasce di ISEE che permette a chi ha un ISEE mediocre di poter pagare una retta simbolica (in alcuni casi anche nulla). Ciò, insieme alla sanità pubblica, permette al ragazzo povero italiano di poter disporre di strumenti per uscire dalla povertà che il ragazzo povero americano non ha.

    Il ragazzo americano infatti, si trova a dover pagare delle rette per il college proibitive, limitando gli studi solo alla parte più ricca della società. Questa è una pratica, che, dal punto di vista logico, è a dir poco scorretta sia sul piano statistico che sul piano del Darwinismo Sociale propagandato da Milei e dai libertari.

    Statisticamente perchè è più facile che che nasca un genio negli strati più bassi della piramide sociale (che sono più popolosi) che in quelli più alti (poco popolati). Inoltre, in secondo luogo, se si vuole il Darwinismo Sociale dobbiamo dare gli stessi mezzi a tutti i ragazzi, in modo che combattano fra loro ad armi pari, e ne esca vincitore, non quello che aveva l'appoggio familiare, ma quello che è veramente più forte.

    Inoltre, sebbene il sistema scolastico italiano è molto più solido di quello americano (che tra parentesi stenta il ridicolo), ciò non mi vieta moralmente di muovere comunque almeno una critica al sistema scolastico italiano. In generale, il sistema scolastico italiano è nato per formare la classe operaia, e quindi ancora oggi cerca di formare dipendenti ma non imprenditori di cui c'è assoluta e urgente necessità. Infatti è una verità che la maggior parte dei ragazzi che frequenta elementari, medie, liceo, università, arriva al termine degli studi dove non ha ricevuto nessun corso di economia. Secondo me, insegnare economia a partire dal liceo, è un requisito fondamentale per creare una nuova classe imprenditoriale. E' inconcepibile che un dottore appena fresco di laurea (non laureato in economia ovviamente), vada in crisi con delle banali domande di economia di cui non sa nulla (per esempio: qual è la differenza fra reddito e ISEE, qual è l'ultima volta che hai pagato l'imposta sul valore aggiunto, cos'è l'IRPEF, come si pagano le tasse).

    Se posso dimostrare brevemente che gli spazi per inserire materie di interesse imprenditoriale ci sono, il liceo italiano soffre della riforma Gentile e dei Patti Lateranensi firmati da uno che ci ha portato ad essere un paese devastato dalla guerra. Infatti c'è un taglio troppo umanistico, chi fa il liceo scientifico non ha bisogno di studiare filosofia (3 ore settimanali). Inoltre e lo dico da cattolico, la religione si insegna fino alle medie, poi i ragazzi crescono troppo, non ascoltano più e l'ora di religione diventa l'ora di ricreazione. In totale si potrebbero liberare 4 ore di materie di scarsa utilità, per poter studiare l'economia come si studiano l'italiano, la matematica, la storia,... Oppure, alternativamente, 4/5 ore settimanali possono essere ricavate togliendo il latino. Se uno vuole fare filosofia, latino e religione fa il liceo classico. Idem nel percorso universitario con molti corsi che possono essere cambiati.

    Tornando invece sul tema della distribuzione della ricchezza, lo stato sociale serve. Lo dimostrano gli albori della seconda rivoluzione industriale, dove i lavoratori erano una classe sfruttata, che non aveva mobilità sociale e senza tutele si trovava in disoccupazione tutte le volte che c'era una crisi di sovrapproduzione. Infatti tanto più l'economia è liberalizzata e tanto più questa è suscettibile ai venti delle crisi economiche: l'unico stato che non fu colpito dalla crisi del 1929 è stata l'unione sovietica, che infatti aveva un economia statalizzata. E' lecito dunque chiedersi se un economia statalizzata sia migliore di un economia liberale?

    Probabilmente no, perché questa inibisce lo spirito imprenditoriale e promuove la stagnazione dell'economia. Tuttavia, mentre per le economie statalizzate abbiamo esempi storici in cui non hanno funzionato, per le economie liberalizzate non ne abbiamo, ma inevitabilmente, per i motivi che ho spiegato sopra condurrebbero a un peggioramento sia dell'ascensore sociale (il darwinismo sociale non funziona se i concorrenti non partono tutti dalla stessa linea di partenza) sia della distribuzione della ricchezza. E probabilmente dell'economia.

    Serve quindi un compromesso fra statalizzazione e liberalizzazione, promuovendo l'attività imprenditoriale. Il nostro modello economico infatti non è perfetto, è vero che ha una una tassazione elevata e che ci sono sprechi, per esempio la sanità attualmente ha un costo stratosferico, parliamo di circa il 10% del PIL. E' quindi evidente che serve un efficientamento della spesa pubblica per tagliarne gli sprechi, al fine di abbassare le tasse.
     
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    CITAZIONE (Misterlego @ 5/2/2024, 03:33) 
    Inoltre, sebbene il sistema scolastico italiano è molto più solido di quello americano (che tra parentesi stenta il ridicolo)

    Non mi pare che ci sia una folla di studenti americani che cerca di venire a studiare nelle Università italiane... A me pare succeda invece il contrario e che il sistema scolastico americano (tutt'altro che ridicolo: le loro Università sono ai primi posti in tutte le statistiche... ) continui ad attirare ogni anno studenti da ogni parte del mondo (anche il sottoscritto in anni, ahimè, lontani... ).
    Inoltre non corrisponde al vero che uno studente meritevole non possa studiare negli USA: a parte il fatto che non esistono solo Università private costosissime, ma ci sono anche molte Università pubbliche decisamente più abbordabili, sono previste borse di studio generose per i più meritevoli... Il motivo è evidente: le Università hanno tutto l'interesse a non farsi sfuggire i potenziali "geni" che possano dare loro lustro con le loro ricerche...
     
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    Si le migliori università Usa attirano gli studenti che possono permettersi di pagare le rette.
    Perché uno studente americano dovrebbe venire in Italia se deve pagare fior di soldi per farlo? Tanto vale pagare le proprie università.
    Poi fa più effetto presentare un curriculum con scritto laureato al MIT o a Princeton oppure laureato al Politecnico di Milano o alla Sapienza?
     
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    Va inoltre ricordato che in America la laurea non ha valore legale come qui in Italia, quindi anche se esistono università pubbliche più accessibili economicamente il laurearsi li ti chiude già automaticamente molte porte.
     
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    Piano. Il latino e la filosofia (e il greco) aprono la mente e danno le chiavi per interpretare ciò che si legge, ciò di cui si discute, per cogliere dei significati reconditi o semplicemente impliciti che altrimenti rimangono incompresi. Servono per padroneggiare davvero gli argomenti e per non subire passivamente tesi che non si è in grado di analizzare. Il latino e la filosofia insegnano l'approccio a tutto, che si tratti dell'economia o della matematica. Sono le discipline che hanno creato le basi logiche in cui sono nate le altre. Ancora oggi chi non ha delle saldi basi umanistiche è un laureato dimezzato nelle materie scientifiche, è un operaio dei numeri, ma non uno che davvero ne comprende la logica e riesce a elaborarli.
    L'ho già scritto: come mi disse il preside di una facoltà di ingegneria, gli ingegneri migliori sono quelli che hanno fatto il classico, e lo si vede già nelle aule universitarie.
    La lingua, il costruirsi degli schemi logici, il modo di pensare sono influenzati, di più, dipendono, da schemi organizzativi che poi operano in tutti gli ambiti. Nei licei il pensiero di Pitagora e di Leibnitz si studia più in filosofia che in matematica. In questa al più se ne studiano i teoremi, ma non i meccanismi logici che hanno portato al loro nascere. Chi non li padroneggia non può dire di comprendere davvero fino in fondo l'argomento in cui poi pensa di essersi specializzato. Non è l'elogio del liceo classico, ci sono eccellenti licei scientifici, ci sono istituti non liceali dove le basi umanistiche vengono comunque coltivate, grazie a quella minoranza di professori benemeriti che ancora esiste.
    Ma illudersi di sostituire il latino con l'economia significa produrre una serie di ragazzi che da grandi imputeranno fatture sui computer aziendali o compileranno denunce dei redditi o gestiranno magazzini.
    O magari, a leggere il curriculum vitae di tanti parlamentari la cosa si riscontra, diventeranno senatori e deputati. Ma questo è un altro malinconico discorso, e la lettura dei resoconti delle sedute parlamentari ne è la conferma.
    Poi ci sono i geni, quelli che in ogni generazione si contano sulle punte delle dita di una sola mano. Ma quando c'è il genio non c'è nulla che ti fermi, neanche un professore di italiano che stia lì a scaldare la propria sedia.
     
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    Oddio la classe politca è formata per lo più da gente che ha seguito un persorso umanistico, non scientifico. La laurea più rappresentata credo sia quella in legge.

    Il latino e il greco alle superiori che io sappia si studia come materia obbligatoria solo in Italia. Le nostre scuole decisamente non sono le migliori in Europa, nè i sostri studenti risultano i più preparati, tantomeno nelle discipline matematiche e scientifiche. L'ho già scritto più volte, quello del pregiudizio classicista è un assioma che perpetua sè stesso. Si assume che il classico è la scuola migliore, quindi ci vanno gli studenti migliori dalle famiglie più colte e ci insegnano i professori più motivati. Non dico che lo studio delle lingue antiche non sia una buona palestra per il cervello, ma ci sono altri modi. E perchè funzioni come base di interpretazione per i modelli matematici e il pensiero scientifico, andrebbe insegnato a un livello incompatibile con una scuola superiore, dove infatti ti insegnano un po' di vocabili e grammatica e ti fanno fare la versioncina.

    Sicuri che non avremmo un cittadino più consapevole se avesse basi di diritto piuttosto che ripetere a memoria rosa rosae?
    Proprio perchè Latino e Greco antico sono ostici, assorbono grandi quantità di energia da parte dello studente medio, che forse sarebbero più produttivi imparando le basi del funzionamento dello stato di diritto o dell'economia, dove concetti relativamente semplici possono essere imparati con relativamente poco sforzo. Poi certo il secchione ricaverà grande giovamento dalla palestra mentale del Greco antico, ma non possiamo tarare l'insegnamento delle scuole superiori sulle performance dei migliori.

    Il sistema con al vertice il Liceo classico era un sistema sostanzialmente classista, dove già erano pochi quelli che facevano le superiori, e un diplomato geometra era già classe dirigente. I "signori" mandavano i figli al liceo, i lavoratori ai tecnici. La taglio con l'accetta, eh. E per quando è stato concepito questo sistema forse andava pure bene, in un popolo di contadini. Però sono concetti obsoleti da decenni, non dovrebbero esserci scuole superiori di serie A, di serie B edi serie Z.
     
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  7. Misterlego
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    Forse a livello universitario ha pure ragione, forse lei lo conosce anche meglio di me il sistema universitario americano. Personalmente ho le dovute riserve: gli esami, almeno per il mio settore, sono più facili. In generale pare che ci sia un'altra filosofia di università, dove l'università migliore è quella che forma più ragazzi con successo. In Italia invece si ritiene che l'università migliore è quella dove ci sono gli esami più difficili. Quindi ci sono esami dove il tasso dei passati è del 2%, mentre in America la valutazione è fatta con una campana di Gauss, dove credo il migliore compito prenda il voto massimo anche quando il test è di modesta qualità e il resto dei voti in vengono assegnati di conseguenza.

    Per quanto riguarda il sistema scolastico inferiore ho molte riserve sulla loro preparazione in geografia, storia, matematica,... l'americano medio sa in che stato si trovi Madrid?
     
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    Speriamo che le altre nazioni non scoprano mai l'importanza del latino, del greco, della filosofia e soprattutto della religione cattolica, ci sono sopra adesso, figuriamoci con queste importanti materie che distacco potrebbero prendere.

    Mi piacerebbe sapere se ci sono dati a conferma di tutto questo perchè se guardo l'evidenza tutto suggerisce il contrario. Che la scuola italiana sia migliore delle altre non mi pare affatto, basta guardare qualche statistica, se non sbaglio siamo uno degli stati con più analfabeti funzionali del mondo, uno di quelli con meno laureati ed uno di quelli con meno laureati stem, che poi sono quelle che contano realmente per aumentare il benessere economico del paese.

    Io penso che tutte queste materie umanistiche siano l'esempio plastico dell'arretratezza di un paese che continua a fare le solite cose da sempre senza migliorarsi, raccontandosi di essere migliore degli altri o fingendo patologicamente di esserlo.Poi basta andare all'estero a studiare per capire che le cose non stanno esattamente così, e tutte le persone che conosco che hanno fatto l'università all'estero lo confermano. Personalmente mi sarebbe servito studiare meno latinorum e più diritto e matematica, sono sicuro che la logica matematica apra più la mente di quanto lo faccia sapere quello che ha detto un tizio 1000 o 2000 anni fa.
     
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    “La storia dimostra che tutte le dittature, tutte le forme autoritarie di governo sono transitorie. Soltanto i sistemi democratici non sono transitori.” V. Putin

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    Non credo che in geografia in Italia siamo messi tanto bene .
    Parlo con un sacco di persone per lavoro ( di tutte le estrazioni sociali ) e la mia personale esperienza mi porta a pensare che l’ignoranza dilaga .
     
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    CITAZIONE (sansonero @ 5/2/2024, 12:39) 
    Non credo che in geografia in Italia siamo messi tanto bene .
    Parlo con un sacco di persone per lavoro ( di tutte le estrazioni sociali ) e la mia personale esperienza mi porta a pensare che l’ignoranza dilaga .

    ..una prof di matematica commentando il tipo di evoluzione che stanno avendo i programmi, recentemente ha avuto a dirmi "li vogliono (i ragazzi) IGNORANTI"...
     
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    Questi poteri forti eh...
     
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    CITAZIONE (EdoBss @ 5/2/2024, 13:52) 
    Questi poteri forti eh...

    Non c è bisogno di mobilitare le sciocchezze...basta anche la pura e semplice incapacità dei decisori.
     
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    Visto che la nuova filosofia nella scuola Occidentale è che nessuno deve restare indietro e tutti devono farcela, l'unico modo è abbassare l'asticella.
    Avete letto "America" di Rampini?
     
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    CITAZIONE (EdoBss @ 5/2/2024, 13:52) 
    Questi poteri forti eh...

    Non è questione di poteri forti.

    Per esempio la RAI ha avuto una funzione educatrice. In un paese dove la maggior parte degli italiani aveva la licenza elementare, il parlare corretto in televisione, programmi educativi e culturali di un certo tipo hanno contribuito insieme alla scolarizzazione delle nuove generazioni a formare una società più acculturata.

    Ad accendere la telvisione ora c'è da piangere... i giornalisti (quelli che in teoria dovrebbe almeno saper parlare correttamente) non azzeccano un congiuntivo nemmeno per sbaglio e statisticamente prima o poi lo dovrebbero indovinare e invece... Non parliamo poi degli articoli scritti, pieni zeppi di errori di ortografia.. se sommiamo questo al livello medio dei social e delle trasmissioni, non siamo lontani dal vero nel dire che i "poteri forti", non dico ci vogliono ignoranti, ma di sicuro non contribuiscono ad elevare il livello culturale. Il livello nella scuola è lo stesso, professori/esse rispetto ad X anni fa, hanno avuto un'involuzione pazzesca, si sono riempite le scuole di ogni livello di gente che non ha la "vocazione ad insegnare" ma la vocazione a prendere uno stipendio statale.
     
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    La parole del sig. Ortigara riflettono perfettamente il mio pensiero, ho poco da aggiungere.
    Non capisco l'avversione di molti verso il Liceo Classico: nessun ragazzo è obbligato ad iscriversi a quel tipo di scuola, basta iscriversi in altro indirizzo ed il problema è superato. Posso invece pensare che per molti sia un'avversione puramente ideologica, la scuola dei ricchi.
    La mia esperienza personale (anche se sono passati 50 anni o più) dice che non è così, la mia classe in un Liceo Classico messinese non era così elitaria, certo c'erano figli di professori universitari, o di affermati medici, o di operai, la differenza non si avvertiva. Forse erano tempi diversi, in cui i genitori tenevano in riga i figli in maniera diversa da quelli di oggi.

    Ideologia per ideologia, siamo sicuri che questa avversione ai Licei Classici non nasca dall'intenzione di procedere nello smantellamento della scuola pubblica? chi ha i denari troverà sempre una scuola privata che assicura un alto livello di formazione. Quelli che soldi non ne hanno potranno aspirare ad altro, un po' più verso il basso magari.
     
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