Questioni di Economia

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    Viene però anche precisato che

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    Secondo Patrick Simon, dell'Ined, coautore dell'indagine "la metà dei figli di immigrati (un immigrato è una persona straniera nata all'estero, ndr) ha un genitore che non è un immigrato". Questo, per Simon, è ancora più vero per la terza generazione: nove nipoti su dieci di immigrati hanno solo uno o due nonni immigrati. ''Questi nipoti di immigrati hanno un rapporto sempre più distante con l'immigrazione'', ha aggiunto lo studioso. Secondo l'indagine, questo mix crescente porta ad un rafforzamento della mescolanza della popolazione, a partire dalla seconda generazione.

    Così, mentre la maggioranza degli immigrati (63%) vive in coppia con un immigrato (spesso della stessa origine), si verifica un mix dalla seconda generazione: il 66% dei discendenti degli immigrati vive in coppia con qualcuno che non ha origini immigrate.
     
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    Dipende dai numeri degli immigrati e da quali sono le politiche di integrazione.

    Se arrivano 1000 immigrati, vengono messi tutti all'interno dello stesso condominio, poi ne arrivano altri 1000 e vengono messi nel condominio di fianco e così via...... è probabile che il 66% della seconda generazione crolli.

    Il processo di integrazione avviene se i numeri sono piccoli in percentuale e se ci sono politiche di integrazione, altrimenti..
     
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    In Francia sono anche le famiglie "autoctone" che hanno continuato a fare 2/3 figli. Il problema se lo sono posto da decenni, ed un mix di provvedimenti ha contribuito alla soluzione.
    Da noi, oltra a stipendi mediamente inferiori a fronte di un costo della vita similare, abbiamo tante altre problemati che che ci penalizzano:
    Maggior tasso di disoccupazione;
    la casa, difficile e costosa da trovare in affitto diversamente che in Francia;
    il maggior numero di donne che possono continuare a lavorare anche con 2/3 figli, permettendo alla famiglia di farcela economicamente grazie ai due stipendi grazie ed alla protezione e considerazione della maternità nel mondo del lavoro.
    Oltre ai gia' citati sostanziosi ed affidabili- non provvisori e quindi aleatori come da noi- sostegni economici.
    Da noi, nel mondo del lavoro avviene il contrario perché " poi questa fa figli e si prende un paio di anni di aspettativa, ooppure poi deve scappare via tutte le settimane perché la chiamano dall'asilo in continuazione, oppure poi si licenzia perché deve rimanere a casa ed allora tanto vale non assumerla proprio".


    Interessante in un'inchiesta sull'argomento, l'intervista ad un Ministro norvegese (maschio) che stava a casa prendendo i due mesi di congedo obbligatorio previsti dalla legge e che sosteneva l'importanza dell'occupazione femminile per la società.

    Riguardo agli stranieri noi abbiamo il 8,7%, la Francia il 7,3%. Il grosso dell'immigrazione dalle ex colonie lo hanno avuto nei decenni passati; si sono in gran parte integrati - e mischiati - e vivono alla francese. La tenuta delle nascite non penso dipenda da loro.
    (Islamismo e rivolte nelle banlieue penso che andrebbero considerati in modo specifico e non in ottica generale)


    Ultima considerazione tornando all'iniziativa della Michelin: magari ci fossero da noi simili retribuzioni minime da parte di un gruppo industriale!
     
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    CITAZIONE (Potemkin @ 22/4/2024, 11:57) 
    Interessante in un'inchiesta sull'argomento, l'intervista ad un Ministro norvegese (maschio) che stava a casa prendendo i due mesi di congedo obbligatorio previsti dalla legge e che sosteneva l'importanza dell'occupazione femminile per la società.

    OT ma non troppo

    Come molti qui sanno vivo in Germania. Quando sono nati i miei figli ho preso 2 mesi di congedo, pagati al 60%. Fantascienza in Italia.
     
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    "Catastrophic results." Gazprom reported record losses after cutting off gas to Europe

     
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    Ma adesso si metterà a vendere lavatrici e frigoriferi Ariston... :duro:
     
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    Buona fortuna, considerando che assemblavano i componenti che arrivavano da Cina e occidente...
     
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    Traggo spunto da dibattito in atto nel 3d "portaerei nel mondo" su tema Turchia.
    Imho si sottostima molto la dimensione economica turca ed il ruolo che potrebbe avere nei prossimi anni.

    Reddito pro-capite a parità di potere d'acquisto.


    TURCHIA-GDP-PPP

    Da considerare che mentre in molti stati europei la popolazione è in decrescita (concentrando la ricchezza e facendo aumentare l'indicatore pro-capite), in Turchia è in forte crescita (con effetto "diluitivo" sul pil pro-capite).

    In termini reali quanto è grande l'economia Turca ?


    gdp-ppp-turchia-total

    Debito pubblico molto basso
    debito-pubblico-turchia

    Ma posizione sull'estero molto negativa

    current-account-to-gdp

    Certo, l'inflazione è alle stelle e stanno facendo veramente fatica a contenerla (praticamente fuori controllo)

    Ma non direi che i turchi muoiono di fame.
     
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    Sicuramente con l'inflazione che si ritrovano se la passano decisamente male; e comunque il pil è la metà del nostro.
    Riguardo al debito ( quello vero in dollari visto che la lira turca è quasi carta straccia, solo per uso interno) è vero che ne hanno poco; ma temo sia perché non possono permettersi di emetterne altro visto che di moneta pregiata ne dispongono poco. E quel poco Erdogan lo deve usare per difendere la moneta.
    Questo è il grande problema dei Paesi con monete debolissime e poche entrate in dollari.
    Un parametro che amo prendere in considerazione è il numero di immatricolazioni annuali di automobili visto che, più o meno, le auto piacciono a tutti: noi 1.3 milioni con 46 milioni di ultra diciottenni; n Turchia 0,5 milioni a fronte di oltre 60 milioni di potenziali guidatori. Considerando le retribuzioni turche e l'inflazione al 30% è evidente che anche un'utilitaria è un lusso per pochi.
    Rimane un buon Paese per delocalizzare le imprese europee, ovviamente in grado di costruirsi una o due portaerei.
     
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    Non ne sarei così sicuro.
    Ed è anche e forse soprattutto un tema culturale

    In Turchia le patenti di guida B sono 24 Milioni (Almeno così leggo qui: driver's license in Turkeye qui originale). Togliendo i c.a. 24 mln di under 18… Di fatto le donne, seppur libere di farlo, in stragrande maggioranza non guidano (solo negli ultimissimi anni la percentuale di donne patentate è aumentata arrivando a c.a. il 15-20% della popolazione femminile adulta).
    In Italia le patenti B sono c.a. 36 Milioni. E le donne con patente sono c.a. il 65%.

    Le vendite di auto in Turchia nel 2023 sono state 1 mln. Le vendite di Auto in Italia sono state c.a. 1,6 mln.
    Il rapporto tra patentati e vendite di auto annue, per quel che vale, è grossomodo uguale.

    Il dato è analogo alla Spagna, dove su una popolazione con 27 mln di patentati sono state vendute 1 mln di auto

    Turchia-vendita-auto

    Termino dicendo che è assolutamente vero che il pil nominale in dollari della Turchia è meno della metà di quello dell' Italia. Ma è un dato fittizio e viziato dall' effetto cambio1. Il Pil PPP della Turchia è uguale a quello Italiano.

    1) Per capirlo, basti pensare che nell'annus horribilis 1992 la lira crollò rispetto al dollaro del 30%. Vedendo il Pil espresso in dollari si osserva un crollo del 30% del prodotto interno lordo. Dato del tutto fittizio e guidato dalla semplice variazione del tasso di cambio. Fittizio appunto, perchè la produzione dei beni reali non crollo affatto. Il pil reale (beni prodotti) crebbe dello 0,8% nel 1992 e calò solo dello 0,9% nel 1993. Nessuna pestilenza o carestia in quegli anni.

    Edited by classic_ - 5/5/2024, 02:03
     
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    Vabbè, non so se esistano dei parametri più o meno ufficiali per fare tali confronti, ma tra popolazione patentata e "patentabile" IMHO la seconda è logicamente più significativa della prima. Mi sembra verosimile che una larga fetta della popolazione non ha la patente perché non hai i soldi per comprare l'auto. Che il rapporto tra patentati e vendite di auto sia simile mi sembra abbastanza naturale.
     
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    Il tasso di uomini patentati è allineato a quello “occidentale”.

    Se fosse un tema puramente economico la flessione sarebbe indipendente dal sesso.

    Si badi bene, con ció non sto dicendo che i turchi navigano nell’oro.

    Ma non sono certo poveracci alla canna del gas come si vorrebbe far credere.
     
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    Non sono sistemi paragonabili prendendo dati crudi senza andare nel dettaglio, il costo di un auto e quelli di gestione possono essere decisamente diversi rispetto ai nostri, così come l'accesso al trasporto pubblico e gli spazi disponibili per il parcheggio nelle aree metropolitane. Se confrontiamo il numero di patenti e di auto di chi vive a Tokyo o nella City magari potremmo anche dedurre che sono dei poveracci rispetto ai turchi. Da quel che so il fenomeno dello sharing è diffusissimo in Turchia, o forse lo era fino a qualche anno fa, si compravano le auto fra parenti.
     
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    Rimango sull'auto, consapevole che sono dati che debbono essere sempre interpretati. Come ricordato, a Tokio dove per possedere l'auto occorre disporre del parcheggio, potrebbero venir fuori dei numeri particolari. Io stesso conosco dei parigini - zona semicentrale - che non possiedono auto.
    Leggevo che in Turchia sull'auto hanno l'Iva al 18%, oltre ad una pesantissima tassa sui consumi sulla base di cilindrata e prezzo. Oltre ad una tassa di importazione per le auto oltre i 1600 cc prodotte all'estero. Qualcosa di simile esisteva prima dell'euro in Grecia, dove era vietato acquistarle a rate per non peggiorare la bilancia commerciale. Sono tutti provvedimenti da Paese povero.
    Tasse a parte le auto costano più o meno allo stesso modo ( + - 10%) ovunque; un operaio (o altro lavoro di simile livello retributivo) che guadagna la metà o poco più di uno nostro l'auto se la scorda. Anche perché a rate, con gli interessi proporzionati al 30% di inflazione, la vedo dura.
     
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