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Buonasera a tutti.
Essendo coscienti che molti membri del forum sono appassionati e spesso cultori di questa materia abbiamo deciso come staff di aprire una discussione apposita.
Triremi, galeoni, corazzate, sottomarini nucleari e molto altro.
Ovviamente di ieri e l'altroieri, esclusa la cronaca o i programmi futuri.
Ricordo le normali regole del forum, in primo luogo la serietà e il rispetto per l'interlocutore.
E ora a voi.. -
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Inauguro la nuova discussione con una foto, della mia collezione, che dovrebbe essere piuttosto rara: raffigura tutte e cinque le dreadnought rimaste in servizio con la Regia Marina alla fine della I GM; DANTE ALIGHIERI è in testa al gruppo.
La foto è stata scattata in occasione delle grandi manovre navali del 1924 nei pressi di Gaeta.
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Prima degli immancabili, da Duilio a Lepanto, partiamo con una nota esotica in chiave moderna:
E poi torniamo alle origini:
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Sig Ortigara non ci credo sa che volevo fare una battuta sugli Urus e come le loro isole galleggianti fossero imbarcazioni
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Uros
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Mai sentito parlare prima degli Uros. Grazie all'autore del post precedente. . -
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... e proprio da Caio Duilio riparto.
Una cartolina edita in occasione del varo della dreadnought DUILIO, ci sono raffigurate anche la vecchia corazzata a torri e la nave di Caio Duilio.
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Le lamiere rivettate sono semplice estro creativo del disegnatore per esprimere l'orgoglio cantieristico degli Stabiesi, o rappresentano qualcosa di reale, come ad esempio una targa effettivamente presente sulla nave? . -
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Giusto in questo momento un classe Maestrale con un rimorchiatore davanti ed uno dietro sta per entrare nella base navale di Gaeta. Quali unità della classe sono rimaste in servizio? Se fosse l'ultimo viaggio prima del disarmo anche di questa fregata non mi stupirei, ecco perché posto in questa nuova sezione "Storia navale".
Perdonate la qualità dell'immagine, non nomino la marca del telefonino dal quale l'ho ripresa per non essere citato per danni dal costruttore per avergli rovinato il mercato. 😁. -
.Le lamiere rivettate sono semplice estro creativo del disegnatore per esprimere l'orgoglio cantieristico degli Stabiesi, o rappresentano qualcosa di reale, come ad esempio una targa effettivamente presente sulla nave?
Presumo fantasia del disegnatore, come per la nave del console romano.. -
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Parte Prima.
In molti si dice che la Regia Marina non era preparata per quello che fu il suo "core business" nella II GM, la scorta dei convogli.
È senz'altro vero, non vi erano, ad esempio, né le dottrine d'impiego, né le navi adatte alla scorta, se si escludono alcuni prototipi.
La cosa strana è che, durante la I GM, si era fatta un po’ di esperienza nella scorta ai convogli attaccati dai sommergibili tedeschi presenti in Mediterraneo; l’asso degli assi della guerra sottomarina “di tutti i tempi”, Lothar von Arnaud de la Perière aveva operato nel Mediterraneo, affondando almeno 80 mercantili italiani.
Il pericolo quindi era ben conosciuto e non avrebbe dovuto essere sottovalutato. Nelle fasi finali della Grande Guerra anche la nuova arma aerea aveva iniziato a dimostrare la sua efficacia e la Regia Marina era già avanti nell’utilizzo del nuovo mezzo e nella dottrina della guerra aerea sul mare. Solo che, nel 1923, il Governo, con una decisione più politica che militare, aveva deciso per la costituzione di un’Aeronautica indipendente, abolendo di fatto le aviazioni dell’Esercito e della Marina.
Nel 1924, dopo le ristrettezze economiche seguite alla guerra, fu possibile organizzare delle grandi manovre navali. Il punto focale dell’esercitazione sarebbe stato: la protezione e l’attacco al traffico navale: un convoglio formato da 8 piroscafi, proveniente da Smirne, con un carico indispensabile per la continuazione della guerra, ha potuto raggiungere Tobruch e deve proseguire per uno dei porti italiani della costa est di Sicilia, dello Ionio o dell'Adriatico meridionale.
La Regia Marina sedici anni prima della 2 GM si poneva, quindi, il problema della scorta ai convogli e preparava una grande esercitazione; la differenza rispetto alla realtà della guerra stava solo nel fatto che il convoglio da proteggere (o attaccare) andava nel senso inverso a quello che fu.
La corazzata GIULIO CESARE ritratta nel 1925 (cartolina della mia collezione).
Edited by Odisseo_FD - 17/11/2023, 22:44. -
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Comunque dei materiali inviati in Africa dall'Italia l'88% è arrivato a destinazione. I britannici hanno causato la perdita el 12%.
Secondo valutazioni più attente è difficile sostenere che abbiamo perso la guerra dei convogli.
E' che proprio si mandava poca roba rispetto alla bisogna. Il nostro fronte nordafricano soffriva la concorrenza della CSIR e dell'ARMIR. L'URSS aveva la precedenza.. -
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Non era un problema di Libia o di ARMIR, anche se avrà inciso. Era un problema di capacità produttiva inadeguata e di scarsità estrema di alcune materie prime. Quanti CCTT classe Medaglie d'Oro abbiamo messo in linea? quanti dei loro ne hanno messa in linea, anche limitatamente al periodo sino al settembre 1943, gli USA?
Possiamo dire che la Regia Marina abbia vinto la guerra dei convogli, se vogliamo. Però, se abbiamo perso la guerra in generale, forse quei convogli erano pochi e ciascuno di troppe poche navi. E ogni tanto navigavano tutt'altro che a pieno carico. Noi una sciagura stile PQ17 non l'abbiamo mai avuta, ma neppure un convoglio di quelle dimensioni.. -
.CITAZIONEComunque dei materiali inviati in Africa dall'Italia l'88% è arrivato a destinazione. I britannici hanno causato la perdita el 12%.
Secondo valutazioni più attente è difficile sostenere che abbiamo perso la guerra dei convogli.
E' che proprio si mandava poca roba rispetto alla bisogna. Il nostro fronte nordafricano soffriva la concorrenza della CSIR e dell'ARMIR. L'URSS aveva la precedenza.
Ho già letto più di una volta questi numeri, ma non ho mai visto l'orizzonte temporale e i numeri da cui derivano queste statistiche.
Una volta lessi un libro che raccoglieva i verbali del comando supremo, la sensazione che ne traspare leggendoli non è certo quella delle statistiche presentate.
Senza contare che, base della logistica è che il materiale, non solo deve arrivare, ma anche nei modi e soprattutto nei tempi previsti.
Inutile far arrivare la biada per i cavalli se poi il carburante avio è in fondo al mare, inutile far arrivare il grasso per gli scarponi quando non hai munizioni da sparare.
Forse il topic più adatto per discuterne è storia contemporanea, ma il mito della guerra "vinta" dalla RM e persa dalle altre forze armate, odora di revisionismo storico per non ammettere che la sconfitta derivò dal sistema paese, politico, economico e militare, inadeguato per uomini e mezzi alla guerra che stava affrontando.. -
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Dovete scusarmi, ho dimenticato di apporre nel precedente post la dicitura Parte Prima.
Parte seconda.
Con il tema delle manovre si riconosceva il fatto che l’Italia attingeva i suoi rifornimenti dal mare e che questi non potevano arrestarsi senza lasciare il Regno affamato e paralizzato. Lo scopo dell’esercitazione, quindi, era quello di mettere in rilievo le necessità relative alla protezione e alla difesa del traffico. Era ancora viva la lezione della prima guerra mondiale quando, nel 1917, l’offensiva subacquea austro-tedesca aveva messo in crisi il sistema logistico dei rifornimenti. Nel 1924 il nemico era la Francia, non di certo il Regno Unito, non ci si immaginava dunque che sarebbe stato necessario rifornire il fronte libico, ma almeno si cominciava a studiare sia l’attacco che la difesa dei convogli mediterranei. Thaon De Revel aveva appena affermato: “La sola via per mantenere la continuità delle offensive terrestri è quella di assicurare i rifornimenti dal mare”.
Tornando alle esercitazioni navali, erano coinvolte quasi tutte le forze dell’Armata (dalle corazzate ai sommergibl), divise nei due partiti, con la collaborazione della Regia Aeronautica, che partecipava con cinque dirigibili e due squadriglie da ricognizione.
(Il dirigibile OS in uscita dall’hangar di Augusta nel 1924, da www.hangarteam.it).
Il partito azzurro doveva scortare il convoglio fin sulle coste italiane, mentre quello rosso doveva impedire quest’arrivo. La durata dell’esercitazione fu stabilita in sei giorni dal momento in cui veniva comunicato al partito avversario l’arrivo a Tobruch del convoglio; i sei giorni erano coerenti con la presumibile velocità del convoglio nazionale.
Le esercitazioni erano una novità rispetto al passato, quando i due partiti avversari, costituiti da unità di pari numero e potenza, dovevano ricercarsi e combattersi in un duello di artiglierie e di manovre.
(Cartina da B. Maineri, Almanacco Italiano 1924. Firenze, R. Bemporad & figlio)..