Discussione sulla Legge Navale

Atti, lato finanziario etc

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  1. Giovanni Martinelli_FD
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    Che dire, il passaggio riportato dal Sig. Madmike è uguale (ma proprio uguale) a quello che si legge oggi sul sito della Marina Militare a proposito del "Programma Navale 2014":
    CITAZIONE
    ​Il programma navale prevede la realizzazione di navi caratterizzate da un’intrinseca capacità dual use, ossia la possibilità di essere impiegate prontamente – senza necessità di ulteriori investimenti, né di modifiche strutturali – anche in compiti non militari a supporto delle popolazioni colpite da calamità naturali ovvero da gravi disastri, in concorso alle attività della Protezione Civile.

    In particolare, le nuove navi – caratterizzate da minori costi di gestione – verranno condotte da equipaggi ridotti rispetto a quelle che sostituiranno ma potranno imbarcare personale aggiuntivo, per svolgere un ampio spettro di attività complesse e/o di lunga durata. Esse sono infatti studiate, sin dalla fase di progetto, per esprimere al massimo livello le caratteristiche duali, per dotare il Paese di uno strumento utile in tutte le situazioni di necessità/emergenza e, più in generale, in tutte le attività di sicurezza marittima (sorveglianza, ricerca e soccorso, intervento per calamità, ecc.).

    Le nuove unità, in caso di intervento a supporto delle popolazioni colpite da calamità naturali, potranno fornire acqua potabile, alimentazione elettrica e provvedere al supporto sanitario attraverso le proprie strutture ospedaliere.

    A fattor comune, le costruzioni che saranno realizzate con il programma descritto, consentiranno una razionalizzazione dello strumento marittimo nazionale, realizzando delle significative economie di scala attraverso l’unificazione di:

    linee di produzione
    addestramento del personale (corsi, ausili didattici, simulatori)
    linee logistiche, con ottimizzazione delle scorte
    manutenzioni (unica linea di supporto, razionalizzazione dell’impiego del personale tecnico)
    qualifiche specialistiche del personale, che diverrà interscambiabile tra navi diverse.

    La polivalenza delle nuove costruzioni renderà in futuro non necessarie le eventuali acquisizioni di assetti per lo svolgimento di funzioni similari da parte di altre componenti operative dello Stato, evitando duplicazioni e comportando, in un’ottica di costo-efficacia, risparmi per le finanze pubbliche e maggior unità di comando in mare.

    Un’altra caratteristica peculiare di quest’innovativa famiglia di navi è rappresentata dal maggior rispetto e tutela per l’ambiente. Ciò in quanto le unità – oltre ad una particolare attenzione verso la riduzione dei fumi emessi, il trattamento delle acque di scarico e l’adozione di bio-combustibili – saranno in grado di intervenire per circoscrivere un tratto di mare contaminato, con possibilità di raccogliere e stivare a bordo le sostanze inquinanti (es. Nave logistica e i Pattugliatori polivalenti d’altura).

    Detta capacità duale fa sì che le potenzialità delle navi possano essere sfruttate appieno anche in tempo di pace.

    Fermo restando che, a forza di parlare di calamità naturali, si corre anche il rischio di passare per menagrami...

    Detto ciò, è ovvio che il problema non è De Giorgi; anche se, con questa storia del "dual use", mi pare che stia veramente andando ogni limite (ricordo che i sottomarini in funzione di contrasto alle trivellazioni abusive non è una mia provocazione ma proprio una dichiarazione del CSMM).
    Il problema, come già detto, è la scarsa cultura della difesa e della sicurezza in Italia.
    Con l'ulteriore aggravante che sembra quasi che siamo entrati in un vicolo cieco.
    Da una parte, una certa politica (più opinione pubblica) che non vuole/riesce a capire certi concetti e, dall'altra, il mondo militare neanche si sforza di cambiare il passo dando per scontato che nessuno vorrà/riuscirà a capire.
    Il problema è che così non se ne esce.
    Tanto per essere più chiari, come più volte detto, oggi il programma navale sta in piedi solo sulle gambe del "dual use" e dei ritorni economici.
    Il programma F35, tanto per fare un altro esempio un po' OT, sta e (probabilmente) starà in piedi solo perchè c'è "qualcosina" a Cameri; altrimenti non ne parleremmo più da un pezzo nel senso che sarebbe già tutto finito.
    Ma si può andare avanti così, senza che nessuno, alla fine, ci capisca qualcosa perchè tutto deve rimanere avvolto dalla nebbia?
    A mo' di provocazione: che cosa potrebbe succedere se, un determinato giorno, PPA, LHD etc. ce le ritroviamo impegnate in un conflitto vero e proprio, con tanto di morti, feriti e sangue (anche civili)?
    Ma come, non erano quelle navi che dovevano portare elettricità, acqua potabile, soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, che dovevano fare da ospedali galleggianti, che dovevano fare lotta all'inquinamento o ricerca e soccorso, salvare i gattini rimasti sugli alberi, ecc.?
    Ribadisco, è una specie di provocazione; però il concetto è che se siamo ancora fermi a concetti del genere (e cioè alle missioni di pace fatte dai soldati che portano la pace o, per l'appunto, al dual use o ad altre cose del genere), si continueranno a perpetuare in eterno gli stessi equivoci e le stesse identiche polemiche quando si dovrà discutere di questo o di quel programma o, più in generale, di spese per la Difesa.
    E, inevitabilmente, non si farà alcun passo in avanti in direzione di quella aumentata crescita culturale già più volte ricordata.

    Edited by Giovanni Martinelli_FD - 28/7/2015, 19:37
     
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