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Si ho letto ma i ricorsi al Tar che hanno bloccato i lavori restano. Poi senza andare a Pompei immagino che prima o poi ognuno di noi abbia visto lavori pubblici bloccati nella propria città per ricorsi al Tar da parte delle ditte escluse. . -
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Io credo che la cosa più necessaria in questo paese sia una profonda riforma di tutta la procedura del ricorso legale.... . -
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Pompei è un altro discorso, si tratta di lavori strutturali.
La protezione civile invece è un caso un pò a se, perchè tra il far stare i terremotati in tenda qualche settimana e in tenda 6 mesi - 1 anno c'è una differenza notevole.
In pratica la protezione civile ha, quasi per definizione, un carattere di urgenza. Per questo (e solo per questo) che è difficile conciliare efficienza e trasparenza.. -
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una delle poche cose buone che ha fatto brunetta come ministro è stata introdurre nel diritto processuale amministrativo una penale da pagare in caso di ricorso farlocco già questo ha limitato l'uso strumentale dei ricorsi . tantissime associazioni ambientaliste bloccavano le opere pubbliche per via giudiziale . -
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Pompei: pare che alcuni crolli abbiano natura "parasindacale", l'attivismo del Sovrintendente Osanna non piace a troppi dipendenti abituati a lavorare (od a far finta di farlo) in funzione del dì di pagamento.
E poi, quando crolla un metro di opus reticolatum in una zona archeologica che ne vanta chilometri e chilometri, non è un'emergenza straordinaria.
TAR: sorvolando sulla tendenza del TAR Lazio a ritenersi competente anche per Marte, in materia di appalti il contenzioso amministrativo è ormai confinato ad opere di un certo rilievo, causa eccessivo aumento del costo del bollo.
In materia di appalti, quale che sia il valore della lite, al momento del deposito si pagano 2.000 euro di bollo forfettizzato. Poi, se servono motivi aggiunti (in questa materia il più delle volte, non fatemi entrare in tecnicismi), altri 2.000.
E sono 4.000 per iniziare la causa. Poi, lasciatemi difendere la categoria: se paghi 4000 di bollo, vuoi darne almeno altrettanti al tuo legale? E siamo ad 8.000.
In un momento di calo degli appalti, di crisi generalizzata e di conseguente tendenza a ribassi sempre maggiori, è grasso che cola portare a casa il 10% dell'importo della gara.
Come dire che sotto i 100.000 euro, qualsiasi crassa illegittimità si sia subita, difendersi (anche vincendo) è antieconomico.
E per trarne un qualche utile reale, possiamo tranquillamente alzare la soglia.
La paralisi dei TAR, il grosso dei numeri, è molto più banale: la legge Pinto, quella che sanziona l'irragionevole durata dei giudizi.
Una causa dura troppi anni, si chiede l'indennizzo alla Corte di Appello (ingolfandola). Questa lo liquida, lo Stato non paga.
E via con il TAR, migliaia e migliaia di ricorsi per ottemperanza, in cui si chiede la nomina di un commissario ad acta che provveda al pagamento.
Tutto quì. O quantomeno molto.. -
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grazie in effetti sono stato inesatto , non seguo affatto il diritto amministrativo e avrei dovuto verificare meglio . ciò a cui mi riferivo è rimasta una mera proposto di legge
http://archivio.eddyburg.it/article/articleview/12989/0/27/. -
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Purtroppo 100.000€ sono una soglia bassissima per gli appalti pubblici. Il pagamento dei bolli andrebbe messo in misura proporzionale al valore della gara.
100.000€ è un livello talmente basso che neanche si applicano del tutto le regole standard del codice degli appalti, e ci sono molte semplificazioni possibili.. -
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Visto che si parlava del dilemma tra efficienza e trasparenza nelle operazioni di interventi d'urgenza per la protezione civile:
http://aldopiombino.blogspot.de/2017/01/cr...-rigopiano.html
a parte varie altre chicche, il fatto che ci voglia il fax, solo e essolutamente il fax, e senza il fax non possa arrivare nulla è davvero da incorniciare..