Pagine di Storia: Moderna

Storia moderna fino alla rivoluzione francese

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Utente Onorario
    Posts
    5,994
    STU
    +1,229

    Status
    Offline
    Storia moderna fino alla rivoluzione francese
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Mastro complottista

    Group
    I° Gruppo d'Armate FAN
    Posts
    2,069
    STU
    +1,576
    Location
    Piazza del patriarcato

    Status
    Anonymous
    Rispondo a questo intervento:
    #entry571151438

    Penso che, almeno in parte, si possa andare d'accordo :-):

    Lei scrive "il concetto di impiego", io avevo precisato "le tattiche ad armi combinate"; cioè l'impiego tout court e su larga scala, tanto spaziale quanto temporale.

    Non metto in dubbio quanto da lei affermato sulle compagnie di ventura, come non metto in dubbio - per fare un parallelo - che determinate tattiche (ordine sparso, infiltrazione, etc.) fossero già impiegate dai Boeri contro gli inglesi, prima che venissero messe a punto su larga scala dai tedeschi nella Grande Guerra (lo riconosce anche Gudmundsson).

    Quelli che però portarono "a regime" tali innovazioni, non confinandole a pochi reparti scelti ma estendendole a mezzo esercito in una guerra mondiale, furono appunto i tedeschi nel 1916-1918.
    Lo stesso vale per i Tercios, che per un secolo e mezzo furono sui campi di battaglia di mezza Europa gli antesignani dei kampfgruppen contemporanei; per giunta via via adattati alle necessità tattico/logistiche che si presentavano (nonchè pure a quelle strategiche, visto che a un certo punto non ci furono più uomini sufficienti a costituirli secondo le tabelle regolamentari).

    Ciò che invece non mi trova concorde - ma proprio per nulla - è la seconda parte del suo intervento, signor Romano.

    I Tercios tutto furono, tranne che un esercito nazionale.

    Non dia troppa retta, sul tema, al neo-nazionalismo in salsa zapateriana dei romanzi di Perez-Reverte, purtroppo riverberatosi anche nel (per altro eccellente) film ricordato dal signor Ebonsi.
    Solo per rimanere alla citata Rocroi, ne erano là presenti tanto di reclutamento castigliano/iberico come italiano, vallone e tedesco (ma nei decenni ce ne furono anche di reclutamento irlandese, borgognone, fiammingo o lorenese).
    Anzi, è noto che i tercios di reclutamento italiano contesero, il 19 maggio del 1643, ai castigliani l'onore della parte centrale dello schieramento asburgico...

    Allargando il discorso, fu proprio la difesa delle particolarità "federali" della Monarchia a determinare il fallimento della famosa "unione delle armi" tentata da Olivares. Nè, probabilmente, poteva essere altrimenti, dato che le libertà dei singoli possedimenti erano alla fine la vera essenza di quella compagine, tanto avanzata da essere forse troppo in anticipo sui tempi.
    Quando si vuole parlare di eserciti nazionali, insomma, è a Guglielmo di Nassau o Gustavo Adolfo che bisogna guardare. Non certo al Duca di Alba, ad Alessandro Farnese o ad Ambrogio Spinola.

    Infine, è doveroso precisare che le classi dirigenti della Monarchia avrebbero potuto insegnare "Reazione&Elitismo" a chiunque; basti pensare a come venne scelto il comandante dell'Invencible Armada.
    Come del resto gli hidalgos avrebbero potuto dare lezioni a tutti sull'eleganza o le regole del duello (legga, se non lo conosce, "Il soldato gentiluomo" del professor Puddu).

    Se perciò i Tercios furono ciò che le Compagnie di ventura non divennero, i motivi sono da ricercarsi altrove.

    Un saluto.
    TS
     
    .
  3. romano_fd
        Like  
     
    .

    User deleted


    Premessa priva di significati sarcastici: non ho letto nessuno degli autori citati!

    La mia citazione delle compagnie di ventura era finalizzata ad identificare in esse il momento di transizione tra mondo militare medioevale e mondo militare moderno.

    Come ogni transizione, inizia in forma marginale e con il tempo si afferma.

    Per la natura reazionaria della corona spagnola mi direi d'accordo con una precisazione: la Spagna era figlia concreta della Reconquista e lo spagnolo anche di umili origini si vedeva ed era visto elevato di rango nel divenire un soldato della corona.

    Un meccanismo che forse operò anche nella psicologia dei tercios italiani.

    Questo indipendentemente dalla volontà della corona.

    Che governando su un impero multinazionale accettò le innovazioni tecniche senza accettarne le implicazioni sociali.

    Cosa poi che si può dire anche di molte altre case regnanti.

    Il problema era in Italia, dove le dimensioni medio piccole degli Stati avrebbe imposto un'adesione incondizionata e l'accettazione dell'estensione progressiva dei diritti sociali e politici a tutta la popolazione.

    Quello che fondamentalmente fece Gustavo Adolfo appunto, e quello che le classi dirigenti italiane rifiutarono inorridite.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Mastro complottista

    Group
    I° Gruppo d'Armate FAN
    Posts
    2,069
    STU
    +1,576
    Location
    Piazza del patriarcato

    Status
    Anonymous
    Traggo questa osservazione da "Nomi e motti":

    CITAZIONE (lupo_FD @ 31/3/2015, 16:53) 
    vorrei invitare a non sopravvalutare un articolo scritto da una persona chiaramente di parte e senza alcuna competenza storica riconosciuta...

    Attenzione, come precisavo quell'articolo su Cristoforo Colombo serviva solo a dare un'idea di certe posizioni.
    Che son ben più diffuse...

    Un saluto.
    TS
     
    .
  5. madmikeFD
        Like  
     
    .

    User deleted


    si, ma non certo da noi. E francamente, ritengo difficile pensare che se una Cristoforo Colombo vada oltremare, ci siano manifestazioni per il NOME della nave.

    Specie considerando che la Spagna ha avuto per anni una LST, ex Barnastable County, che fu rinominata Hernan Cortez, che direi che a stragi era un pò peggio del nostro. Sempre che il nostro ne abbia fatte.

    Sempre la Spagna ha sostituito la precedente, con una Bazan che si chiama Cristobal Colon, così come in sudamerica e non ci sono decine di monumenti al nostro:

    http://es.wikipedia.org/wiki/Monumento_a_Col%C3%B3n

    Non risultano disordini di piazza .
     
    .
  6. Comneno
        Like  
     
    .

    User deleted


    L'ostilità verso Colombo, visto come "apripista" del colonialismo spagnolo, è una cosa tipica della sinistra "indigenista" latino-americana. Una antipatia legata anche al fatto che Colombo era cattolico e devoto in modo macroscopico, e qualcuno è convinto che i missionari cattolici abbiano condotto una sorta di "etnocidio" per imporre le loro verità ai popoli scoperti. Ciò è vero solo in parte, perché seppure i missionari cattolici fecero proselitismo, fecero anche molto per assistere la popolazione e per limitare gli abusi (o quantomeno gli effetti degli abusi) da parte degli europei "laici" che miravano essenzialmente a sfruttare i nativi nel modo più fruttuoso possibile. Basterebbe che andassero a vedere che fine fecero i nativi del Paraguay quando, nel XVIII secolo, i gesuiti che li proteggevano furono espulsi.
    Sfortunatamente, le sinistre latinoamericane si nutrono molto di retorica ottocentesca/romantica su figure come quella di Bolivar (non troppo diversamente da chi, da noi, mitizza la figura di Garibaldi) quindi tendono a vedere le pagliuzze e trascurare le travi.
    In ogni caso (e per fortuna) si tratta di correnti di pensiero minoritarie...
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Abilitato
    Posts
    5,408
    STU
    +901

    Status
    Offline
    io penso che i problemi con Colombo siano più a nord (dove in certi ambienti non è mai stato perdonato a un italiano al servizio di una spagnola, entrambi cattolici, di essere arrivati prima di qualunque supponente WASP....) che a sud del Rio Grande.... :fischiet:
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Abilitato
    Posts
    3,120
    STU
    +350

    Status
    Online
    Non avevo mai visto in viso Giorgio Giorgerini...:

    Video
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    I° Gruppo d'Armate FAN
    Posts
    11,074
    STU
    +3,200

    Status
    Offline
    Un paio di settimane fa ho visto la puntata di Voyager dedicata a Firenze che si è soffermata a lungo sulla cupola del Duomo. Mi sono deciso quindi a comprare l'interessantissimo "La cupola di Brunelleschi" di Ross King che descrive con lo stile di un romanzo tutte le peripezie che si sono avute per la sua costruzione. L'autore però spazia anche sul contorno storico e ad un certo punto descrive l'assedio di Lucca del 1430. Le capacità di Brunelleschi, come di tanti geni della sua epoca, erano usate anche nell'arte della guerra per cui venne chiamato dalle autorità cittadine per aiutare le truppe a vincere l'assedio. Brunelleschi (che un tantino megalomane lo era) decide di deviare il Serchio costruendo una diga per circondare la città d'acqua e farla capitolare. Sulla fattibilità del piano c'erano dubbi ma ci pensarono i lucchesi a toglierli con un colpo di mano con cui aprirono una breccia da cui l'acqua fuoriuscendo spazzo via diga e accampamento fiorentino, compreso il letto di Brunelleschi che evidentemente si era portato dietro da casa. Fin qui la storia.
    Quello che però sembra trasparire dal libro è che Firenze, pur essendo una potenza economica mondiale, militarmente non era gran che, perlomeno nel periodo fine 300 inizio 400. Naturalmente le guerre si combattevano in parte non trascurabile con truppe mercenarie guidate da capitani di ventura. Strano quindi che una città così ricca (in non so quale epoca storica la sola Firenze risultò più ricca di tutta l'Inghilterra) non potesse permettersi eserciti in grado di vincere il suo pericolo principale, i Visconti di Milano, che non significava invadere Milano ma perlomeno garantire la sicurezza ai confini dei propri territori.
    La debolezza fiorentina è un'impressione corretta o il discorso è più complesso?
     
    .
  10. madmikeFD
        Like  
     
    .

    User deleted


    e' un problema di demografia. Saranno stati anche piccoli, ma erano pochi.

    O erano tutti guerrieri, o dovevano per forza rivolgersi al mercenario.
     
    .
  11. Pallino_FD_Danilo
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il Rinascimento è quasi contemporaneo a Martin Lutero.

    Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale della storia d'Europa, che si sviluppò a partire da Firenze tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, in un arco di tempo che va all'incirca dalla seconda metà del XIV secolo fino al XVI secolo, con ampie differenze tra disciplina e disciplina e da zona a zona.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Rinascimento

    CITAZIONE
    La diaspora protestante ha di fatto generato 2 Europe: una Meridionale e Cattolica Romana, una Settentrionale e Protestante; aggiungiamo poi la parte Orientale per lo più Ortodossa, con l'eccezione dei Polacchi.

    Prima di Martin Lutero l'Europa era, da un punto di vista politico-religioso, più uniforme.
    Dopo Martin Lutero qualcosa di importante ha portato cambiamenti, che hanno visto il Settentrione ed il Meridione scontrarsi per poi ignorarsi.
    Il settentrione ha iniziato una corsa indipendente da Roma e dal Cattolicesimo Romano, le morti e le lotte che ci sono state hanno di fatto sancito una profonda divisione.
    Ci sono 5 secoli di storia che di fatto hanno visto il Nord ed il sud Europa differenziarsi da un punto di vista politico religioso e da un punto di vista etnico culturale, stabilendo in questo modo delle socialità notevolmente differenti tra loro (Nord e Sud) e dagli Ortodossi dell'Europa Orientale.

    L'Impero Romano è stato affare soprattutto mediterraneo, dal Reno verso Ovest e dal Danubio verso Sud. Quando si è scisso in Oriente ed Occidente, di fatto ha consegnato i Paesi ad Ovest del Reno e dell'Adriatico al Cattolicesimo Romano.
     
    .
  12. Comneno
        Like  
     
    .

    User deleted


    La Riforma protestante dà inizio a una nuova fase della storia di questo continente, fase in cui l'innovazione in campo politico e culturale è sinonimo di rigetto della tradizione cattolica e latina. Le differenze che si vanno formando in quei secoli tra i popoli europei non dipendono tanto da ragioni squisitamente etniche (differenze di stirpe), ma dall'intensità di questo rigetto culturale.
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    Mastro complottista

    Group
    I° Gruppo d'Armate FAN
    Posts
    2,069
    STU
    +1,576
    Location
    Piazza del patriarcato

    Status
    Anonymous
    Come da invito, rispondo in Storia:

    CITAZIONE
    Sfortunatamente Prodi disse tutt'altro.
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...i-fu-unita.html
    www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=120

    E me lo ricordo bene perché ero presente.
    Peccato, sig. TS. La memoria a volte fa brutti scherzi, specie quando si ragiona per dogmi.

    Come si evince chiaramente dalla lettura, i due articoli confermano in pieno quanto da me ricordato.
    Prodi contestò il cardinal Biffi, che aveva invece affermato come "L'Europa ha già avuto un'unificazione politica, col riconoscimento da parte del papa Leone III del Sacro romano impero [...]".

    Quindi la mia memoria non ha fatto - una volta tanto! - brutti scherzi; e quando si ragiona per dogmi nemmeno si comprende ciò che è scritto nero su bianco.

    Un saluto.
    TS
     
    .
  14. madmikeFD
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ma davvero? Oltre al fatto che non e' esistito alcun convegno presenti entrambi e oltre al fatto che prodi non ha mai detto la frase beota che lei gli attribuisce? Del suo post originario rimane una polemica fra i due. Quella si , c'è stata. A distanza, non nei termini da lei riferiti.
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Pilota

    Group
    Moderatore
    Posts
    18,197
    STU
    +5,717
    Location
    Forum Difesa dal 2009 e prima ancora Pagine di Difesa dal 2005 e molto prima ancora MMI...

    Status
    Offline
    beh, la posizione di Prodi nel 2002 sembra chiara dagli articoli linkati.

    A me sembra strana questa polemica con la Chiesa su una questione così, da parte di un ex democristiano italiano.

    Anche perchè se si pensa alla CEE inziale IMHo aveva ragione il cardinale, saranno stati 16 anni ma fu il solo momento in cui tutti quelli che erano i Paesi fondatori della CEE erano stati sotto un solo governo, e fu senz'altro sotto il segno della Croce e con la benedizione della Chiesa Cattolica.

    Nel 2002 nella UE erano già ben di più dei primi sei e già Prodi stava preparando il passaggio da 15 a 25, poi 27 e ora 28...

    Forse così mi spiego questa strana polemica di Prodi, oltre a non voler indispettire svedesi o finlandesi, certo non molto propizi a sentirsi "carolingi" e sotto la protezione della Chiesa roman, ispirarsi all'Europa Carolingia tagliava fuori l'idraulico polacco e figuriamoci l'estone o il rumeno...
     
    .
397 replies since 2/3/2015, 16:38   17974 views
  Share  
.