Pagine di Storia: Contemporanea

Dalla rivoluzione francese ad oggi

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    11 marzo 1900: marcia di avvicinamento al Polo Nord

    http://www.difesaonline.it/index.php/it/23...to-al-polo-nord

    http://cinquantamila.corriere.it/storyTell...d=4fe1eca79bd3c
     
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    ricordo che qualche anno fa lessi sulla rivista dell'Associazione Arma Aeronautica un interessante articolo sull'AMI degli anni '50, in cui si narrava del riarmo voluto dagli Usa che fece della nostra Aeronautica, una tra le migliori e la più numerosa dopo l'Usafe in campo Nato in Europa. Se qualcuno riesce a reperirlo, mi farebbe piacere rileggerlo e "pesarne" la consistenza.

    tenendo conto di questa premessa, ricordo anche che negli anni '80 si chiacchierava di una capacità di combattimento delle nostre FFAA in caso di scontro col PdV, che si sarebbe misurato in minuti, opzione nucleare esclusa ovviamente. Adesso senza scomodare i mujaedin afgani, possibile credere che ci saremmo sciolti così come la neve al sole senza praticamente opporre resistenza?
     
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    il punto è quanto AMI era up-to-date negli anni '50 e quanto lo era negli anni '80...
     
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  5. karl1967
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    Secondo il mio modesto parere credo di no, ma non si deve sottovalutare la "quinta colonna " che in Italia appoggiava apertamente l'Unione Sovietica. Anche solo immaginando un appoggio logistico e di diserzione avrebbe potuto fare notevoli danni.

    Conoscevo personalmente un appartenente a Gladio (me lo disse dopo che apparve il suo nome sui giornali) e ricordo che gran parte dei suoi compiti era contrastare appunto la "quinta colonna" .
     
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    per quel che ricordo era messa molto bene negli anni '50 con F86 ed F84 nelle varie versioni, negli anni '80 penso che si contava esclusivamente sulla dissuasione Usa.... l'unico velivolo al Top, il Panavia Tornado credo che fosse pienamente operativo solo alla fine degli anni '80
     
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  7. karl1967
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    Certo che l'ordine di battaglia dell'AMI negli anni '50 era veramente notevole..

    A me ha sempre incuriosito il meccanismo della Doppia Chiave, soprattutto dopo il servizio militare, ma non è che qualche testata sia tutta nostra? Dico attualmente...
    Possibile che un paese come il nostro non abbia sviluppato nulla di proprio? Mah..
     
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    Credo si possa affermare che le scelte fatte da AMI negli anni '60 (cioè nel momento in cui gli americani smisero di regalarci la roba) si siano largamente dimostrate sbagliate (insistenza sull'F104 e il G91 ben oltre il buonsenso) lasciandoci negli anni '80 in una situazione abbastanza imbarazzante....
     
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  9. von seeckt
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    CITAZIONE (JAN71 @ 11/3/2015, 17:44) 
    ...

    tenendo conto di questa premessa, ricordo anche che negli anni '80 si chiacchierava di una capacità di combattimento delle nostre FFAA in caso di scontro col PdV, che si sarebbe misurato in minuti, opzione nucleare esclusa ovviamente. Adesso senza scomodare i mujaedin afgani, possibile credere che ci saremmo sciolti così come la neve al sole senza praticamente opporre resistenza?

    Beh, questa storia esiste in due sottovarianti: quella da lei citata e quella secondo cui nei nostri depositi c'erano munizioni per 9 minuti di fuoco con tutte le armi disponibili, poi più nulla... Ovviamente si tratta di voci prive di qualunque fondamento, e ho già avuto modo di spiegare, anni fa, da dove ritengo abbiano avuto origine... Lo ripeto qui, ma ribadisco che si tratta solo di mie speculazioni...

    Per il poco che ne so, le "opere" (=compagnie) della fanteria d'arresto, se investite da preponderanti forze nemiche e prive di collegamenti coi comandi superiori, avevano ordine di resistere almeno 10 minuti a qualunque costo (posso presumere che tale resistenza fosse valutata sufficiente a costringere le unità di avanguardia a fermarsi e il grosso a schierarsi per l' attacco sistematico, il che fa perdere molto tempo....), dopodiché era discrezione del comandante dell'"opera" far saltare tutto e ripiegare ("bomba a mano nella bocca da fuoco e via di corsa!!!"), da cui, mal tramandati e sempre più travisati, traggono origine gli asseriti "10 minuti di persistenza in combattimento" dell' intero EI, del suo parco munizioni o addirittura delle intere FA italiane, il che è, come la di prenda la si prenda, una palese assurdità: a solo titolo di paragone, Israele stupì il mondo quando, durante l'occupazione della Cisgiordania, cancellò completamente dalla faccia della terra una intera brigata corazzata irachena in SOLI 45 minuti....
     
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    Forse, l'AM raggiunse l'up-to-date nei primi anni sessanta con l'introduzione degli Starfighter, allora modernissimi e che erano stati prescelti da gran parte dei Paesi NATO, e con la contemporanea introduzione dei missili Nike Hercules al fianco prima e in sostituzione poi dei meno prestanti Nike Ajax.

    La successiva scelta di puntare sulla versione S dello Starfighter è stata molto controversa, ancora oggi fonte di discussione; c'è da dire che l'unica vera alternativa, a fine degli anni sessanta, era costituita dal Phantom II C/D che era un aereo di derivazione navale, bimotore con due uomini di equipaggio, non proprio ideale per decolli in assetto di combattimento in tempi strettissimi come avveniva con lo Spillone.

    Gli anni settanta si contraddistinguono per l'entrata in servizio del modesto G91Y, progettato nel 1966, con gli stessi motori del F5; ho sempre ritenuto che, modesto per modesto, sarebbe stato preferibile acquistare l'F5 che, comunque, era in dotazione a diversi Paesi NATO in discreto numero di esemplari.

    Nel corso degli anni ottanta, lo Starfighter era decisamente obsoleto ma, avendo in essere i programmi Tornado e AMX, l'AM non poteva mettere mano ulteriormente al portafoglio per acquistare l'F16 Falcon il vero best seller degli anni ottanta/novanta.

    Per il Sig. Von Secht a proposito della nostra capacità di fuoco; ricordo un numero di Rivista Aeronautica di tanti anni fa, fine anni ottanta primi anni novanta, dove c'era un articolo a firma di un Colonnello del Gruppo di supporto dell'allora 32o Stormo montato sugli Yankee che, in pratica, sosteneva che le dotazioni, bombe da 227 e 454 kg, munizionamento da 30 mm, erano sufficienti per non oltre otto giorni di operazioni, al netto delle perdite in missioni di combattimento, o per incidenti, il tutto ovviamente sulla base di attività operativa condotta dalle prime luci dell'alba all'imbrunire, perché come noto i G91Y potevano operare solo di giorno. Ovviamente, leggendo e rileggendo quell'articolo, ho sempre pensato che le dotazioni previste fossero totalmente insufficienti e che, comunque, pure in assenza di attacchi nucleari, la dotazione di G91Y, per non parlare degli ancora più obsoleti G91R, si sarebbe ridotta a lumicino entro pochi giorni, vista proprio la modestia del materiale.

    Edited by aresFD - 11/3/2015, 19:19
     
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  11. von seeckt
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    Ma perché, a fine anni 80 inizi anni 90 quanti g91 sarebbero ancora stati in condizione di volare, dopo una settimana di confronto simmetrico col PdV?
     
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    Appunto; ma il prode Colonnello non se lo poneva proprio il problema a leggere quell'articolo :asd:
     
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  13. von seeckt
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    Ach! L'impavido! A me una medaglia!!! :asd:
     
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    se non ricordo male i G-91 in entrambe le versioni avevano anche la capacità di operare da piste semipreparate o comunque anche da tratti stradali. ricordo di aver visto documentari circa esercitazioni Nato in tal senso, mentre la cronica "disinformatza" che copre le cose militali italiche, non ha mai fatto filtrare nulla.
     
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    Siamo sempre all'equivoco di fondo che la NATO, e quindi anche l' Italia, volesse/dovesse/potesse prepararsi a sostenere un attacco del PdV con mezzi convenzionali. Non solo non era così, ma la cosa era apertamente dichiarata, questo essendo appunto il cardine di tutta la strategia di difesa dell' Alleanza - e che certe polemiche basate sul nulla continuino a tornar fuori, è per me del tutto incomprensibile.

    La strategia NATO della "Risposta Flessibile" stipulava che in caso di attacco convenzionale, l' Alleanza si sarebbe difesa con mezzi convenzionali sinché possibile - ma si riservava la possibilità di passare all'uso di armi nucleari tattiche, mettendo quindi in moto tutta la logica della "escalation" nucleare, in caso di rischio di sconfitta e occupazione. Dato che lo scopo principale di tutta la faccenda consisteva nell'evitare un conflitto con il PdV, e non di farlo arrivare allo distruzione nucleare reciproca, le capacità convenzionali della NATO erano DELIBERATAMENTE tenute ad un livello basso, insufficiente a permettere all' Alleanza di opporsi con successo ad un attacco del PdV. Questo per rendere ben chiaro ai Russi con una loro mossa offensiva avrebbe INEVITABILMENTE portato all'uso di armi nucleari tattiche da parte della NATO.

    Gli "otto giorni" di riserve di munizionamento corrispondono abbastanza bene al periodo che sarebbe stato necessario ai Russi per arrivare al Reno, e quindi alla NATO di decidere e approvare il "release" delle armi nucleari.

    Edited by Ebonsi - 11/3/2015, 19:53
     
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