Riserve

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    CITAZIONE (von seeckt @ 21/9/2015, 12:52) 
    Beh certo, specie in un paese con una dozzina di Reggimenti mobili dei CC, svariati reparti mobili della PS e abbondanti unità similari della GdF, qualcuno dovrebbe ben spiegare perché per mettere 3-4000 uomini a guardia di obiettivi sensibili si debba ricorrere all'EI...

    Il post del Sig. VS ha fatto luce sulla(drammatica) realtà italiana. E cioè che finora è sfuggito a tutti noi che nella sostanza è l' E.I. ad essere la "riserva" di PS e CC.
     
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    Per giustificarne l'emergenza e nascondere che 3/5 degli effettivi delle FF.OO. sono 'non operativi' impiegati in incarichi tecnici, logistici ed amministrativi ... devi impiegare le FF.AA. che a loro volta trovano e/o ritengono di avere ritorni d'immagine in questi servizi in Patria.
    La Riserva è una grande risorsa che permette alle FF.AA. degli Usa, del Regno Unito ... del Canada e via discorrendo di poter sostenere determinati sforzi bellici come le vari guerre all'Iraq e la guerra in Afghanistan solo per citare gli ultimi anni.
    Ciò premesso posso condividere le ragioni che portano l'Italia ad investire le poche risorse disponibili sul personale in servizio attivo ma non mi si venga a dire che sono ben spese le ore di volo - per esempio - per mantenere in validità brevetti militari di Generali di Brigata/Divisione ... in luogo che destinare analogo numero di ore di volo per Uff.li piloti della Riserva per i primi due/tre anni dal congedo che volano centinaia di ore all'anno nel privato: 14°, 15°, 31°Stormo e 46a A/B potrebbero contare su un buon numero di equipaggi extra.
    Oppure che un VFP4 non possa essere altrettanto utile ad un anno da congedo in luogo di un VFP4 che, atteso il non previsto impiego operativo proprio reparto, ha potuto contare su risorse m minime.
    La Riserva è una grande risorsa ma occorre una normativa a monte volta ad incentivare le aziende ad assumere questo personale con sgravi fiscali et affini diversamente, su grandi numeri, è inapplicabile in Italia.
     
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    Si,il sig.Claudio FD ha messo il dito sulla piaga...i costi.Non credo che servano stipendi veri e proprii,basterebbe,come ha giustamente indicato,dare sgravi fiscali ed incentivi alle aziende;ai riservisti,oltre a una sorta di rimborso spese,altrettanti benefici pensionistici e/o sgravi fiscali;per ciò che vedo nelle varie associazioni (UNUCI in testa)la partecipazione volontaria sarebbe gradita e fatta con impegno.
    Anche se non saranno previsti impegni "fuori area"(ma non è detto,anche lì esiste una seconda linea che non richiede personale altamente addestrato)l'esistenza della "Guardia Nazionale",(che esisteva ai tempi del Risorgimento)avrebbe anche ,come ho già accennato,un elevato fine morale:impegnare i cittadini direttamente nella difesa della Patria e non per interposta persona.
    Mi si dirà che altre nazioni non ne hanno necessità,ma è anche vero che un sentimento nazionale nel nostro paese è assai fragile e bisognoso di cure,e questo potrebbe essere un rimedio,pur con i suoi limiti.
     
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    Faccio un esempio banale.
    Poter contare sul 90% dei quadri Ufficiali e Sottufficiali previsti per due Compagnie di Fanteria ... tutti della Riserva permetterebbe, per esempio, all'85º Rgt. Fanteria di poter fornire una/due Compagnie operative con personale in servizio attivo demandando ai Riservisti l'addestramento delle Reclute.
    Comunque senza una valida normativa a monte non si va da nessuna parte
     
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  5. Heliopolis88
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    CITAZIONE (giampaolo11 @ 21/9/2015, 19:05) 
    Si,il sig.Claudio FD ha messo il dito sulla piaga...i costi.Non credo che servano stipendi veri e proprii,basterebbe,come ha giustamente indicato,dare sgravi fiscali ed incentivi alle aziende;ai riservisti,oltre a una sorta di rimborso spese,altrettanti benefici pensionistici e/o sgravi fiscali;per ciò che vedo nelle varie associazioni (UNUCI in testa)la partecipazione volontaria sarebbe gradita e fatta con impegno.
    Anche se non saranno previsti impegni "fuori area"(ma non è detto,anche lì esiste una seconda linea che non richiede personale altamente addestrato)l'esistenza della "Guardia Nazionale",(che esisteva ai tempi del Risorgimento)avrebbe anche ,come ho già accennato,un elevato fine morale:impegnare i cittadini direttamente nella difesa della Patria e non per interposta persona.
    Mi si dirà che altre nazioni non ne hanno necessità,ma è anche vero che un sentimento nazionale nel nostro paese è assai fragile e bisognoso di cure,e questo potrebbe essere un rimedio,pur con i suoi limiti.

    A questo punto, tanto varrebbe ripristinare la naja. :)
     
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    CITAZIONE (giampaolo11 @ 21/9/2015, 19:05) 
    ...l'esistenza della "Guardia Nazionale",(che esisteva ai tempi del Risorgimento)avrebbe anche ,come ho già accennato,un elevato fine morale:impegnare i cittadini direttamente nella difesa della Patria e non per interposta persona.

    concordo, concordo, concordo

    se il modello quando si sospese la leva fu quello dell' US Army e del british Army non si capisce perchè l'abbiamo copiato a metà.

    Segnalo comunque che in una cosa siamo simili agli USA, siamo tra i pochi paesi ad aver solo sospeso la leva
     
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  7. von seeckt
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    CITAZIONE
    se il modello quando si sospese la leva fu quello dell' US Army e del british Army non si capisce perchè l'abbiamo copiato a metà.

    Perché mancava il cash, semplicemente...
    Anche se il mantra era "hanno voluto il sistema volontario, ora i soldi arriveranno, prima o poi..."...
    Ecco, stanno ancora aspettando...
     
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    In Germania si torna a parlare di Riserva

     
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    La riserva di mobilitazione

    Qualche riflessione critica

    Il generale Serino, nell'ultima audizione di febbraio 2023 presso la commissione difesa, ha auspicato la costituzione di una riserva delle forze armate, parlando esplicitamente di riserva selezionata, di complemento e di mobilitazione.

    Io mi sono chiesto perché tale riserva non ci fosse già e, oltre alla ovvia risposta che "non ci sono i soldi", ho cercato di approfondire un po' la questione, cercando di capire come funziona negli altri paesi e quali potrebbero essere i numeri e soprattutto i costi.

    Qualunque critica è bene accetta.

    Considerazioni preliminari: i numeri dell'esercito "regolare" e la dottrina di impiego

    Di seguito prenderò in considerazione solo il caso delle forze di terra, in quanto ritengo meno pressante la necessità nelle altre armi: Marina e Aviazione non presidiano fisicamente il territorio e possiedono sistemi d'arma completi (navi e aerei).
    Nella riclassificazione "iconica" dell'EI i Reggimenti/Battaglioni di "prima linea", con questa espressione intendo quelli che occupano direttamente il territorio e sono direttamente a contatto con il nemico, sono 40, comprese le forze speciali. Quelli di supporto (genio, logistica, artiglieria, anti aerea, ecc.) circa 39. Il numero di 39 è criticabile, in quanto molti altri reggimenti potrebbero essere inseriti, tipo le trasmissioni o il genio ferrovieri o tutti i reparti di addestramento, ma ho distinto tra quelli che presidiano il campo di battaglia e quelli che li supportano.
    Ora, 40 reggimenti contano approssimativamente a pieno organico al massimo 30.000 uomini, conteggiando circa 600 uomini ogni battaglione + circa 100-120 nella compagnia di comando e supporto logistico + circa 60-70 amministrativi del reggimento (in media circa 750x40=30.000). Alcuni reggimenti potrebbero essere più piccoli o molto più piccoli (tipo le forze speciali), diciamo che approssimativamente sul campo, senza contare la compagnia di Comando e Supporto logistico e gli amministrativi al massimo vanno dai 20.000 ai 24.000 uomini. E questo considerando irrealisticamente che le unità siano a pieno organico e siano schierate tutte insieme senza ruotarle.
    In più ci sono circa 39 reggimenti di supporto sul campo: artiglieria, elicotteri, logistica, genio, ecc. Qui non ho i numeri precisi, so solo che sono più piccoli, diciamo 400-450 uomini nel battaglione + circa 80-100 nella compagnia Comando e supporto logistico + 50-60 amministrativi (circa 580x39=22.620).
    Bene, siamo arrivati a 52.620 (circa) e l'esercito è formato da 99.587 (di cui 93.627 militari e 5.960 civili, da rapporto esercito anno 2022, pagina 13), quindi ne mancano 46.967 che sono di supporto indiretto.

    image-16936588091966


    Quindi sul campo ne vanno circa il 20/24%, ma ciò non è stupefacente, nell'esercito US le proporzioni sono addirittura peggiori!

    Possiamo concludere che per ogni uomo sul campo, ne serve un altro di supporto diretto e 2 di supporto indiretto e probabilmente sto peccando di ottimismo, perché da quel che vedo da alcuni studi internazionali sull'argomento (Tooth-to-tail ratio o T3R), l'Italia sarebbe al 20%, con l'8% di supporto diretto e il resto di supporto indiretto (io ho classificato una parte del supporto indiretto tipo la logistica in quello diretto). Qui potete trovare maggiori informazioni: https://en.wikipedia.org/wiki/Tooth-to-tail_ratio
    https://dalecentersouthernmiss.wordpress.c...army-logistics/

    Il punto è che sul campo andrebbero al massimo 20-24.000 uomini, come potrebbero riuscire a presidiare un territorio vasto come l'Italia o l'EU in caso di "catastrofe"?

    Intanto bisogna intendersi sul concetto di "catastrofe": per qualunque impiego tipo missioni all'estero e fino anche a interventi limitati sarebbero mobilitate le forze professionali. Sarebbe impensabile dal punto di vista politico e finanziario pensare a qualunque tipo di mobilitazione di riserve o di classi di leva lasciando nelle caserme inattivi i professionisti!
    Poi, come previsto dalla nostra costituzione l'impiego di truppe all'estero ha dei vincoli molto stringenti, quindi per "catastrofe" non posso che pensare ai seguenti casi:

    - Invasione terrestre dell'Italia da est;
    - Invasione di un paese NATO che invochi l'art. 5 del trattato;
    - Un evento imprevedibile (il cosiddetto "cigno nero").

    Il terzo caso comprende, tra gli altri, eventi tipo uno sbarco anfibio o un attacco missilistico/nucleare e/o altro ad oggi ignoto.

    Quindi si arriva ad una prima importante conclusione: se gli eventi sopra non si ritengono probabili, una riserva di mobilitazione semplicemente non serve, bastano i professionisti.

    Cosa accadrebbe invece se si ritenessero probabili e possibili gli eventi di cui sopra?

    L'Italia, fa parte della NATO (vedi concetti strategici della NATO: https://www.nato.int/nato_static_fl2014/as...gic-concept.pdf) e in caso di minacce esterne o guerra da est, sarebbe sicuramente chiamata a coprire il fianco sud/est dell'Europa dal punto di vista aeronavale, ma non è escluso che possa essere coinvolta anche da un punto di vista terrestre, cosa che sicuramente accadrebbe nel caso di una invasione diretta da est.
    Le forze terrestri sono sufficienti per garantire, contemporaneamente, la sicurezza interna e intervenire militarmente fuori dal paese?
    Probabilmente no: in caso di "catastrofe" sarebbero utilizzati per la difesa territoriale i Carabinieri e per quella delle coste Marina e Guardia di Finanza. Ma anche se i numeri assoluti sono alti (110.000 Carabinieri + 60.000 Finanzieri), solo in parte sarebbero effettivamente utilizzabili per la difesa territoriale (le brigate mobili), anche perché dovrebbero essere distolti dalle funzioni di pubblica sicurezza (inoltre i Carabinieri hanno anche compiti di polizia militare).
    Il ricorso alla chiamata alle classi di leva sarebbe senz'altro possibile, ma si tratta di una scelta molto impopolare ed estrema.

    E' vero che in caso di necessità con la proclamazione dello stato di guerra da parte delle camere seguirebbe la mobilitazione generale, ma è anche vero che potrebbe esserci un periodo più o meno lungo tra il richiamo dei professionisti e la mobilitazione generale e qui potrebbe risultare utile una riserva di mobilitazione.

    Una riserva di mobilitazione composta in gran parte di volontari, è molto più spendibile politicamente di un richiamo generalizzato alle armi, specie in un primo periodo del conflitto.

    In caso di "catastrofe" la riserva di mobilitazione potrebbe:

    - Presidiare il territorio affiancando i Carabinieri, fungendo quindi da difesa territoriale.
    - Essere utilizzata come "serbatoio" per la creazione di nuove unità professionali o per il completamento di queste (come riserva di complemento).
    - Essere utilizzata direttamente sul terreno, magari non come unità di prima linea.
    - Essere utilizzata nei supporti alle unità combattenti professionali.
    - Far guadagnare tempo per addestrare unità professionali da zero

    E in periodo di pace?

    In pace potrebbe collaborare con la protezione civile nei casi di grande emergenza e/o calamità naturale.

    Risulta quindi definita quella che potrebbe essere la dottrina di impiego di una ipotetica riserva di mobilitazione:

    Una forza composta in gran parte di volontari che in tempo di pace interverrebbero nel caso di calamità naturali, in tempo di guerra a fianco delle forze regolari nel caso di grande crisi dello stato causato da una minaccia esterna diretta oppure in osservanza di trattati internazionali vincolanti.

    La riserva negli altri paesi

    Si classificano le seguenti situazioni:

    1. Solo professionisti, niente riserva di mobilitazione (es. l'Italia - la riserva selezionata non è una vera e propria riserva di mobilitazione).
    2. Professionisti + Riservisti nelle stesse unità (es. Francia e Inghilterra)
    3. Professionisti e riservisti in unità "quasi" separate (es. USA)

    Solo Professionisti, No Riserva
    qualunque operazione di tipo militare è svolta dai professionisti. In caso di grave crisi dello stato, oltre agli eventuali reparti di gendarmeria (in Italia i Carabinieri), vengono richiamate le classi più giovani e gli eventuali ex militari congedati per formare nuove unità.

    Pro: costi nulli per stipendi, strutture, armamenti e equipaggiamenti in tempo di pace
    Contro: Costi politici elevati con il richiamo delle classi più giovani, unità da creare da zero in fretta, tempi medio lunghi per creare unità efficaci, impossibilità dei coscritti di operare nelle unità ad alta tecnologia

    Professionisti + Riservisti nelle stesse unità
    Si hanno unità miste dove nella stessa unità (tipo in una brigata) convivono professionisti e riservisti. Ad esempio una brigata potrebbe avere due reggimenti di professionisti e un reggimento di riservisti, oppure le riserve sono a livello di compagnia (vedi Francia da Wikipedia), ad esempio:

    7a Brigata Corazzata della 1a Divisione, organizzata in 9 unità elementari:

    1 squadrone di comando e logistica (ECL);
    3 squadroni corazzati su carri Leclerc e VBL ;
    2 compagnie di fanteria su VBCI ;
    1 compagnia di supporto misto (ingegneria e artiglieria) su VAB e PVP ;
    1 squadrone di ricognizione e intervento (ERI) su VBL ;
    1 squadrone di intervento di riserva.

    Da Wikipedia (Armee de terree):

    La riserva operativa dell'Esercito è costituita per circa il 60% da complementi di personale individuale e per il 40% da riservisti in unità di riserva elementare (compagnia, batteria, squadriglia, squadriglia) .

    Queste unità di riserva elementare (UER) sono integrate direttamente in un reggimento attivo ma dipendono finanziariamente dal Comando delle forze di terra . Ci sono tre tipi di unità:

    - Le Reserve Intervention Units
    - Le Specialized Reserve Units (USR) sono suddivise nei reggimenti Engineer, Train e NBC
    - Le unità corazzate di riserva (UBR) sono distribuite tra i reggimenti di cavalleria


    L'Inghilterra ha 2 tipi di riserva: i riservisti veri e propri (Regular Reserve), divisi poi in 2 categorie: "A" obbligatoria per i congedati e "D" volontaria fino all'età di 55 anni. Poi c'è la territorial army.

    Pro: maggiore integrazione tra professionisti e riservisti, maggior numero di unità con costo unitario più basso, stesso equipaggiamento tra professionisti e riservisti, maggiore efficacia e tempi di reazione ridotti, costi politici più bassi.
    Contro: costi molto più alti dovuti agli stessi armamenti ed equipaggiamenti, differenza di addestramento tra professionisti e riservisti che può renderne difficile la convivenza in caso di schieramento.

    Professionisti e riservisti in unità "quasi" separate (es. USA)

    Gli Stati Uniti hanno, oltre le forze regolari, anche la riserva, la Guardia Nazionale e riserve territoriali dei singoli stati. La riserva e la guardia nazionale sono composti in gran parte da soldati part time. La riserva è attualmente impiegata in compiti di supporto e addestramento: medico, logistica, polizia militare, trasmissioni, genio, affari civili, addestramento, PSYOPS, ecc. integrata nell'esercito
    La guardia nazionale, o meglio, le guardie nazionali sono separate e hanno invece capacità di combattimento, come si può verificare qui:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Army_National_Guard

    La struttura dell'esercito USA è però per gli standard europei difficilmente replicabile: uno stato USA non è affatto assimilabile ad una regione, gli standard di spesa sono incomparabili, la dottrina di impiego e le finalità completamente differenti.

    Per chi vuole approfondire la riserva: https://www.usar.army.mil/Portals/98/Docum...Plch9tDUw%3d%3d

    Link sui costi delle unità "combat" USA: https://www.battleorder.org/post/the-real-...my-combat-units

    Possibile Identikit di una Riserva di mobilitazione

    Si arriva quindi ad alcune caratteristiche che dovrebbe avere una ipotetica riserva di mobilitazione:

    1. Deve essere economica: costare molto poco in tempo di pace. In tempo di guerra, oppure in caso di attivazione e addestramento in tempo di pace, i volontari vanno comunque pagati.
    2. Part time: dovendo essere economica, l'utilizzo (non esclusivo) di soldati part time è obbligato.
    3. Distribuita: dovendo utilizzare soldati part time, deve essere distribuita sul territorio con comandi territoriali.
    4. Polivalente: potendo fornire "asset" ai professionisti in caso di necessità, oppure dovendo intervenire con le proprie forze, le unità non dovrebbero essere specializzate.
    5. Numericamente consistente: poche migliaia di soldati sarebbero irrilevanti

    Terminologia utilizzata:

    Per Professionisti si intendono tutti i militari di carriera a tempo indeterminato
    Per Part time si intendono civili che prestano servizio un fine settimana al mese e 2 settimane all'anno (circa 36-40 giorni l'anno, vedi riserva esercito francese: www.service-public.fr/particuliers/vosdroits/F1188)
    Per VFI si intendono i volontari in ferma iniziale nella nuova formula 3+3
    Per Civili si intendono i non militari che lavorano nelle forze armate

    A mio parere si potrebbero utilizzare 2 formule diverse per le forze di supporto e territoriali:

    Per le unità di supporto si potrebbe utilizzare il modello inglese, abbinando ad un battaglione, nello stesso reggimento, un battaglione di riserva, alimentato dalla riserva selezionata e dalla istituenda riserva di complemento. I partecipanti presterebbero servizio part time nelle stesse sedi dei Reggimenti/Battaglioni professionali. Considerando la dimensione media di un battaglione di circa 400 uomini (se qualcuno ha notizie in merito più precise, fatemi sapere), si potrebbe ipotizzare:

    4 battaglioni medici
    8 battaglioni trasmissioni
    8 battaglioni Informazioni tattiche (EW, Psyops, Cimic, MI)
    4 battaglioni CBRN
    8 battaglioni Logistici
    8 battaglioni trasporti e materiali

    In totale 40 battaglioni per circa 16.000 uomini

    Per le unità territoriali il discorso è molto più complesso, in quanto si tratta di combinare un puzzle di requisiti quasi impossibili, complicato da inevitabili conseguenze politiche. Con tutte le cautele del caso provo a proporre un modello che rispetti i requisiti visti sopra.

    Organizzazione

    Si ipotizzano 20 reggimenti siti il più possibile in proporzione alla distribuzione della popolazione. Ogni reggimento sarebbe composto da 3 battaglioni tutti uguali, numerati con "A", "B" e "C", più una compagnia di supporto. Quindi in totale ci sarebbero 60 battaglioni più 20 unità di supporto.
    I 3 battaglioni "combat" sarebbero simili a un grosso battlegroup (come da direttive NATO) composto da 3 compagnie di fanteria poco motorizzata, una compagnia di cavalleria, una compagnia del genio e una batteria di artiglieria. Le compagnie di fanteria, adeguatamente rinforzate per la lotta anticarro, perderebbero la compagnia di supporto e manovra, in quanto direttamente supportate da una compagnia di cavalleria e da una batteria di mortai pesanti.
    Il supporto conterrebbe la compagnia di comando e supporto logistico, una batteria antiaerea, l'amministrazione del reggimento e il comando alla sede.
    In caso di "catastrofe" il battaglione "A" potrebbe essere smembrato e i componenti inglobati nell'esercito professionale in nuove unità oppure utilizzati per completare gli organici; i componenti non partirebbero da zero (rimane il problema di armare ed equipaggiare adeguatamente queste unità); il battaglione "B" potrebbe essere schierato sul campo insieme ai supporti e il battaglione "C" lasciato in riserva.
    In questo modo ogni reggimento avrebbe un organico di circa 3.398 uomini (una piccola brigata!), ma in realtà sarebbe in grado di schierare solo un battaglione effettivo sul campo (circa 1.200 uomini compresi i supporti) che potrebbe essere utilizzato per la difesa territoriale (20 battaglioni), fornendo altri 20 battaglioni per formare nuove unità professionali (se richiesto dalla situazione) e/o completare gli organici e lasciando altri 20 battaglioni in riserva per ruotare con i battaglioni sul campo. I reggimenti dipenderebbero dai comandi territoriali (mai soppressi) senza la necessità di raggrupparli ulteriormente in brigate o divisioni.

    image-16936589434582


    Combinando i 20 battaglioni con quelli della riserva di supporto, potrebbero fornire il personale di 5 brigate medie o leggere.

    Tale conformazione sicuramente non è l'ideale dal punto di vista dell'efficacia: l'ottimo si avrebbe con delle unità di riserva "cloni" delle unità professionali. Purtroppo i costi sarebbero spropositati a causa dei costi di armamento, veicoli e stipendi, quindi ho optato per una soluzione più economica mantenendo la massima flessibilità di impiego.
    Il livello ancora più economico sarebbe di fare solo unità di fanteria, ma mi sembra poco utile.

    Personale

    Il personale sarebbe composto da:

    Professionisti per circa il 24% (circa 16.540)
    VFI del primo anno per circa il 15% (circa 10.380)
    Part time per circa il 58% (circa 39.840)
    Amministrativi per circa il 2% (circa 1.200)

    Per un totale di circa 67.960. Il conteggio non considera l'eventuale maggior personale amministrativo e di controllo necessario a livello centrale, che non sono in grado di stimare

    Per i professionisti si potrebbe pensare un transito dalle unità regolari a quelle di riserva con avanzamenti solo per anzianità, però rimarrebbero carenti i gradi più bassi, tipo caporali, sergenti e ufficiali inferiori. Per questi gradi si potrebbe ipotizzare che in carenza siano ricoperti anche dai part time senza possibilità di avanzamenti in tempo di pace.

    Per i VFI si potrebbe ipotizzare di passare il primo anno di addestramento nella riserva (dopo aver fatto il corso base) e transitare nei professionisti dal 2° anno. Quindi si avrebbero 10.380 VFI al primo anno nella riserva, 10.380 + 10.380 il 2° e 3° anno, che si dimezzano dal 4° anno a 5.190 + 5.190 5° anno e 5.190 6° anno.
    In totale ci sarebbero 10.380 VFI nella riserva e 36.330 nei professionisti, più che compensando il trasferimento dei professionisti nella riserva ed abbassando l'età media (che però si alzerebbe nella riserva).

    E' chiaro che trovare circa 10.000 VFI all'anno con un'ottica di stabilizzazione permanente di circa massimo il 20% non è affatto facile e serve una soluzione dedicata (sarebbe un discorso molto lungo da affrontare).

    Per i part time (circa 40.000 su tutto il territorio nazionale) si possono ipotizzare dei cicli di addestramento di 2 giorni (sabato e domenica), suddivisi su tre turni mensili: ogni settimana un battaglione con parte del supporto. I professionisti e i VFI della riserva dovrebbero rimanere solo un fine settimana al mese. Poi ci sarebbe un periodo continuativo di circa 2 settimane (probabilmente in estate). Andrebbero inseriti dei benefit e incentivi in modo che gli eventuali distacchi dal lavoro non siano a carico delle aziende, ma della collettività, sia per i volontari part time che per le aziende dove lavorano.

    Il costo del personale stimato è di circa 1.200 milioni di euro l'anno per gli stipendi.

    Armamento

    E' chiaro che è impensabile armare ed equipaggiare le unità di riserva allo stesso modo di quello professionali: è improponibile per motivi di costo (al costo di 30 milioni per MBT, servirebbero 1,3 miliardi di euro a battaglione solo per i carri, senza contare tutto il resto!).
    Si potrebbe pensare ad un APC poco armato, in versione 6x6 o 8x8 armato con una mitragliatrice pesante o un lanciagranate da 40 mm. dal costo massimo di circa 2 milioni cadauno. Oppure ripiegare su dei MRAP.
    Giova ricordare che queste unità non sarebbero unità di prima linea e in realtà non servirebbe neppure equipaggiare tutti e tre i battaglioni: si potrebbe equipaggiare in tempo di pace completamente un solo battaglione, utilizzando i mezzi per l'addestramento di tutti e 3 i battaglioni. In caso di "catastrofe" in ogni caso sarebbe schierato un solo battaglione sul campo completamente armato ed equipaggiato e ci sarebbe comunque il tempo di armare ed equipaggiare quello di riserva.
    La cavalleria potrebbe utilizzare i Centauro B1 via via che sono dismessi, o un veicolo ad hoc.
    Per l'artiglieria sarebbe bello dotarli di un cannone da 105 mm., ma purtroppo costano circa 2,5 milioni l'uno, quindi temo bisognerà limitarsi al massimo a dei mortai da 120 mm. (200.000 € l'uno).
    Andrebbe trovato anche un veicolo corazzato leggero 4x4 economico (costo sui 350.000 €), ricordo che un ACTL 4x4 costa sui 175.000 € e un ACTM 6x6 circa 250.000.
    L'artiglieria e la cavalleria andrebbero dotati di UAV da ricognizione e attacco economici a breve e medio raggio.

    Il costo stimato per l'armamento è di circa 7.500 milioni di Euro, a regime il costo di manutenzione si stima in circa il 10% del costo di acquisto, quindi circa 750 milioni di euro l'anno a regime.

    Sedi

    Trovare 20 sedi da nuovo, dotate di un'area addestrativa, è impresa non da poco! Oltretutto dovrebbero essere distribuite territorialmente per dar modo ai part time di raggiungerla senza che si debbano muovere di centinaia di Km. Si ipotizza che utilizzando sedi già presenti il costo di adattamento sia pari al costo di costruzione a nuovo.

    Dal fascicolo delle caserme verdi (2019) dell'esercito:
    https://www.esercito.difesa.it/comunicazio...e_Verdi_web.pdf

    per 26 caserme il costo stimato di costruzione è di circa 1,5 miliardi di euro, quindi circa 57 milioni cadauna. Le caserme considerate sono tarate per un reggimento che di solito è più piccolo di quelli ipotizzati, anche se gran parte del personale (60%) sarebbe part time e non stanziale. Si può prendere la caserma più costosa prevista dalla pubblicazione sopra pari a 75 milioni di euro, considerando un costo di manutenzione dell'1% dal 1° al 5° anno e poi del 5% dal 6° anno in poi.

    Il costo di costruzione da nuovo sarebbe pari a 1,5 miliardi di euro con un costo di mantenimento e gestione di 15 milioni l'anno per i primi 5 anni e 75 milioni l'anno dal 6° anno in poi. Chiaramente questo è il costo della sola struttura.

    I costi

    Per la parte di supporto (riserva selezionata e di complemento) vanno considerati i costi del personale per 16.000. Si stimano essendo tutti part time un costo di circa 3.000 €/anno in tempo di pace per gli stipendi: 48 milioni di euro/anno. I costi di equipaggiamento si stimano in 2.500 €/soldato

    Per le unità territoriali (67.960)

    Si stimano euro 10.000/soldato i costi per l'equipaggiamento e un costo del 20% del personale per l'acquartieramento e sostentamento. Considerando l'attivazione di 2 reggimenti l'anno. Inoltre dopo i primi 10 anni si stimano per nuovi armamenti ed equipaggiamenti una cifra pari alla metà dei primi 10 anni, quindi:

    image-16936591493524

    Va messa in preventivo una spesa di euro 25 miliardi in 10 anni e una spesa a regime di circa 3 miliardi l'anno.

    image-16936592244969

    Il tutto per 16.000 + 67.960 = 83.960 uomini della riserva (senza contare l'incremento di personale a livello centrale, che, come anticipato, non sono in grado di stimare).
     
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    Proposta di legge per l'istituzione di una riserva di 10.000 uomini:

    https://www.adnkronos.com/politica/esercit...kpoPfEeRoltd0u3

    Ho messo questo link perché non riesco ancora a trovare il testo depositato alla Camera dei deputati, appena lo trovo lo sostituisco
     
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