Mezzi da Sbarco

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    CITAZIONE (Badman @ 4/2/2022, 10:02) 
    [...]
    Comuncque è una Surgace Effect Ship, un ibrido fra catamarano e hovercraft. [...]

    Negli anni '70 scoppiò la moda delle Surface Effect Ship, sembrava che fosse possibile metter su una Marina da 100 nodi. Addirittura ci fu chi propose di costruire per la US Navy una SES portaerei che non avrebbe avuto bisogno di catapulte per far decollare gli F-14: sarebbe bastato filare alla massima velocità per avere un vento relativo sufficiente a consentire il decollo dei caccia in poche decine di metri...
    Non se ne fece nulla. Chissà perché? :rolleyes:
     
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    Perché sono troppo complesse per essere costruite a quelle dimensioni. Ma un mezzo da sbarco regionale sulle 1000t è perfettamente fattibile, considerando ci sono già esempi di SES su quelle dimensioni operativi.

    In ogni caso mezzi da sbarco da 13 nodi ormai sono troppo lenti per gli scenari moderni, ma il problema è principalmente economico e di priorità: Il ritorno alle operazioni simmetriche richiedera mezzi ben più capaci di quelli attualmente disponibili nella maggioranza dei paesi occidentali.
     
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    In effetti i vari LCT e simili sono anatre zoppe, ormai. Però una SES a che distanza deve rimanere da riva? Perché non è un hovercraft che può rimontare la spiaggia; per quanto abbia piccolo pescaggio, per una SES c'è da tener conto degli scafi laterali che, se si danneggiano, non contengono più il cuscino d'aria.
     
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    Dall'immagine del mezzo si vede una rampa estendibile.
     
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    C’è anche un bel cannoncino :)


    https://www.textronsystems.com/our-company...logistics-secat
     
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    CITAZIONE (FaC @ 4/2/2022, 14:58) 
    In effetti i vari LCT e simili sono anatre zoppe, ormai. Però una SES a che distanza deve rimanere da riva? Perché non è un hovercraft che può rimontare la spiaggia; per quanto abbia piccolo pescaggio, per una SES c'è da tener conto degli scafi laterali che, se si danneggiano, non contengono più il cuscino d'aria.

    Credo che la SES abbia una rampa che fa da steel beach per il rilascio e il recupero dei mezzi ma non arriva a toccare la spiaggia.
    La rivoluzione anfibia che ha avuto luogo durante la seconda guerra mondiale ha visto l'onere di mettere a terra un carico completamente sulla nave, i mezzi scaricati erano normalissimi camion e tank. I trasporti anfibi realizzati, LCT, LCM, LCTV, LST sono stati progettati accettando gravi limitazioni quanto a velocità, autonomia e tenuta di mare.
    Oggi penso che sia in corso un riequilibrio degli oneri tra trasportati e trasporti, i mezzi trasportati diventano tutti anfibi, vedi ACV, e il trasporto non deve toccare spiaggia ma solo rilasciare il mezzo anfibio a breve distanza, con grandi vantaggi in termini di qualità nautiche del trasporto.
     
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    QUOTE (FOLGORE_FD @ 2/4/2022, 06:47 PM) 
    C’è anche un bel cannoncino :)

    L'avesse vista l'ex ministro della difesa l'avremmo presa subito! :rolleyes:
     
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    CITAZIONE (FOLGORE_FD @ 30/6/2020, 14:52) 
    Esatto !


    Ringrazio gli utenti che hanno gentilmente menzionato la carena navale da me ideata e brevettata "MONOTRICAT", e colgo con ciò l'occasione di presentare personalmente questa innovativa carena navale ad alta efficienza idrodinamica e risparmio energetico del 20%. Il brevetto Monotricat deriva dalla sintesi di due tipologie di carene navali: monocarena e pluriscafi. L’unione delle prerogative positive di queste due tipologie di carena, insieme all’intuizione di poter ridurre drasticamente la resistenza dell’attrito viscoso mediante la formazione di microbolle autoprodotte, ha portato ad un nuovo concetto di carena navale, la carena Monotricat, progettata per ridurre drasticamente il consumo del carburante, applicare motorizzazione anche completamente elettrica con riduzione del rumore, più ampi spazi a bordo, maggiore capacità di carico, maggiore autonomia, garantendo nel contempo maggior sicurezza, stabilità, comfort e capacità di auto-raddrizzamento. Le eccezionali performances della carena Monotricat sono state a lungo sperimentate e certificate in Vasca Navale INSEAN C.N.R., oltre che in acque libere. Maggiori dettagli su www.monotricat.net . Cordiali saluti, Com.te Luigi Mascellaro (Progettista Navale)
     
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    Seppur equipaggiabile con un motore elettrico un nave con una carena del genere che autoproduce microbolle potrebbe renderla maggiormente identificabile dagli apparati di bordo di un sottomarino ? Grazie
     
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    CITAZIONE (FOLGORE_FD @ 16/2/2022, 11:01) 
    Seppur equipaggiabile con un motore elettrico un nave con una carena del genere che autoproduce microbolle potrebbe renderla maggiormente identificabile dagli apparati di bordo di un sottomarino ? Grazie

    Grazie per la domanda. Un sottile strato di microbolle potrebbe formare uno schermo e attutire i segnali inviati dal sommergibile. Saluti, L.M.
     
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    CITAZIONE (FOLGORE_FD @ 16/2/2022, 12:01) 
    Seppur equipaggiabile con un motore elettrico un nave con una carena del genere che autoproduce microbolle potrebbe renderla maggiormente identificabile dagli apparati di bordo di un sottomarino ? Grazie

    CITAZIONE (Ebonsi @ 15/6/2022, 19:01)
    CITAZIONE
    Taiwan non ha nulla da guadagnare da una dichiarazione d'indipendenza.

    Come paese, ovviamente no. Ne abbiamo già discusso in passato: almeno a quanto mi risultava dai contatti che avevo un tempo, la "spinta" per una formale dichiarazione di indipendenza viene/veniva non tanto dalle frange estremiste del KMT (Kuomintang, i Nazionalisti) quanto sopratutto dagli ambienti industriali e finanziari. Questi ambienti lamenta(va)no che il fatto che Taiwan in quanto "non-stato" sia tagliata fuori da tutti gli accordi di scambio internazionali ne tarpa lo sviluppo, e che Taiwan membro a pieno diritto dellaq comunità internazionale replicherebbe il successo della Corea del Sud o di Singapore. I vari governi successivi hanno però sempre calmato i bollenti spiriti, nella consapevolezza che una mossa del genere porterebbe inevitabilmente e automaticamente ad un'invasione cinese - e anche se questa potesse essere respinta, il prezzo da pagare sarebbe terribile.

    L' attuale Presidente sta invece strizzando l'occhiolino alle tendenze verso l' indipendenza formale - se per posizione ideologica, rcedimento agli argomenti economici/finanziari, o pressioni americane, non saprei dire (forse, una combinazione dei tre). E' chiaro che in una situazione del genere, fornire una specie di garanzia di intervento militarer americano significa gettare benzina sul fuoco.

    CITAZIONE
    poi la posizione pro Taiwan é di data più lunga

    Sì, ma non nel senso che il commento vorrebbe suggerire. Il "Taiwan Relations Act" (che è del 1979, e che legalmente e ufficialmente è ancora la politica degli Stati Uniti) impegna bensì gli Stati Uniti a fornire a Taiwan i mezzi di cui ha bisogno per garantire la sua difesa (e il documento firmato da Trump era appunto in riferimento ad una serie di queste forniture), ma si guarda bene dall' offrire una qualsiasi promessa di intervento militare diretto. Biden invece ha fatto proprio questo, apparentemente agendo di testa sua.

    Lo scafo MONOTRICAT (come tanti altri concetti analoghi) non "produce microbolle" in senso specifico (come nei sistemi che soffiano aria da micro pori nello scafo, tipo il Masker) ma cerca di sfruttare al meglio e incanalare sotto lo scafo (per ridurne l'attrito e migliorarne il galleggiamento) quella "schiuma" o emulsione di aria-acqua che ogni scafo inevitabilmente produce avanzando in mare e che tende normalmente a disperdersi sui lati...

    Edited by Cap. Harlock - 16/6/2022, 11:44
     
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    Per quanto interessantissimo e meritevole di sviluppo e applicazioni, temo che il concetto MONOTRICAT non sia dei più adatti a realizzare una unità anfibia per via della prua accentuata che lo caratterizza e che rende difficile realizzare un adeguato portellone/rampa da sbarco.
    Anche concetti derivati dalle SES, comprese varianti più complesse e sofisticate come il PAQSCACT inglese, per quanto interessanti e compatibili con le esigenze specifiche, non mi entusiasmano, almeno quando si parla di realizzare unità piccole abbastanza da essere accolte in bacini di unità maggiori. Strutture dello scafo costose da realizzare e da mantenere, forme non ideali per quanto riguarda la presa di spiaggia, velocità che, per quanto ben maggiori rispetto ai classici MTM, restano comunque non elevatissime. Inoltre, la reale possibilità di mantenerle anche con mare un po' agitato è da verificare e comunque navi del genere regalano forti "sballottamenti" al personale e al carico con mare meno che piatto.

    A mio parere andrebbe seriamente valutata per un mezzo del genere la soluzione ad aliscafo, ovviamente evoluta e adattata rispetto a quanto fatto in passato. Il vantaggio principale sarebbe quello di "dissociare" le capacità di raggiungere altissime velocità dalle forme dello scafo che potrebbe essere quello quasi piatto e con minimi avviamenti idrodinamici tipico dei mezzi tradizionali, ottimale per la presa di spiaggia e la manovra in acque bassissime.
    Altro vantaggio sarebbe quello di avere eccezionali doti di stabilità e tranquillità di volo anche con mare piuttosto mosso, almeno fin quando l'altezza delle onde non supera quella delle gambe dello scafo, senza la progressività di "nervosismo" di ogni scafo che mantiene contatto continuo con il mare al crescere delle condizioni di questo.

    I limiti degli aliscafi del passato sono sempre stati soprattutto di due tipi:
    - complessità e costo dei sistemi di bordo, almeno rispetto alle unità tradizionali di riferimento, ovvero motocannoniere, motosiluranti e motovedette lanciamissili
    - scarsa flessibilità delle caratteristiche propulsive, con possibilità di sfruttare solo due strette gamme di velocità, o molto elevate (in sostentamento) o molto basse (in galleggiamento)

    Tuttavia questi limiti si riferiscono agli aliscafi di una volta, tutti pensati per ruoli di pattugliamento veloce/attacco, mai studiati per ruoli anfibi se non in alcuni molto embrionali e remoti tentativi.
    Partiamo dal secondo punto. Per un mezzo da sbarco quei limiti non sono tali. I suoi compiti sono semplicemente di collegare con la massima velocità possibile la nave e la spiaggia sfruttando le superfici alari e di muoversi a bassissima velocità in dislocamento per entrare e uscire dal bacino o per la presa di spiaggia. Null'altro.
    Per quanto riguarda il primo punto, bisogna dire che le prime generazioni di aliscafi scontavano i problemi di dentizione di ogni nuova tecnologia e richiedevano sofisticazioni all'epoca poco comuni su piccoli scafi. Per raggiungere elevate velocità necessitavano spesso di costose e assetate turbogas, per "volare" stabilmente richiedevano per l'epoca costosi e avanzatissimi sistemi di stabilizzazione, piattaforme inerziali e centrali di gestione della propulsione e del volo quasi "aeronautiche", sistemi allora molto complessi e costosi ma che oggi sono comunissimi e affidabilissimi in tante applicazioni navali diverse, civili e militari.
    Inoltre se non si pretendono prestazioni di punta estreme (ad esempio "solo" 40/45 nodi invece di 50) e contando sul progresso nella tecnologia motoristica si può senz'altro fare a meno delle turbine per ricorrere a più semplici ed economici motori diesel ad alta velocità.

    Un problema particolare emerso con i nostri aliscafi è stato quello della forte corrosione prodotta dalle correnti elettriche generate dalla differenza di potenziale tra le ali in acciaio e lo scafo in lega leggera (scelto per alleggerire il tutto). Oggi questi problemi sono ben conosciuti e ci sono tante soluzioni in merito, dall'impiego di materiali neutri per lo scafo (ad esempio compositi) o alla realizzazione delle ali in leghe speciali di alluminio anziché in acciaio (come fatto sugli aliscafi israeliani), o di sistemi di isolamento delle parti, ecc..
    C'è da dire inoltre che gli aliscafi sono stati realizzati in poche unità e sono stati abbandonati abbastanza presto, prima che si potessero sviluppare più generazioni di mezzi.

    Ritengo che si potrebbe rimettere mano alla nostra esperienza con gli Sparviero, aggiornando le tecnologie e sopperendo ai limiti emersi all'epoca, magari combinandola alla expertise negli scafi in compositi o in alluminio di Intermarine/Rodriguez.
    Ciò su cui bisogna lavorare è uno scafo leggero, chiuso, "parallelepipedo", ampio, con forti caratteristiche stealth e fondo piatto o quasi, supportato da quattro strutture alari retraibili poste sui lati in modo da lasciare libere sia la prua che la poppa dove realizzare opportune rampe di carico e scarico. I motori potrebbero essere due o quattro diesel di adeguata potenza e i sistemi elettronici non sarebbero particolarmente sofisticati rispetto alla media dei piccoli mezzi nautici di oggi.
    Si può fare...

    Edited by Cap. Harlock - 16/6/2022, 20:48
     
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    Forte della mia pluriennale esperienza in merito, posso affermare che l'idea è tutt'altro che peregrina. Occorrerebbe però progettare mezzi ad ala secante e non completamente immersa (tipo Rodriguez e non Sparviero, per intenderci), che abbinate a propulsione diesel + idrogetti consentirebbe una più ampia gamma di velocità e una stabilità intrinseca con notevoli semplificazioni dell'elettronica di controllo. Gambe ed ali dovrebbero esser dotate di sollevamenti idraulico e di ripiegamento delle estremità fino a totale scomparsa nello scafo, al fine di render possibile presa di terra ed impiego da bacino...
     
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