Considerazioni sui PPA (Pattugliatori Polivalenti d'Altura), di Musamava

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    I PPA, da quando sono stati presentati per la prima volta nel 2013 con l’acronimo UPAD, hanno ripetutamente ricevuto critiche da più parti. Ritengo esagerati (e spesso immotivati) molti di quei giudizi ed al contrario reputo tale classe di navi molto importante per il futuro della Marina e di significativa utilità per lo Stato. Pertanto ho deciso di esporre in forma raggruppata una serie di mie considerazioni al riguardo.
    Spero nella pazienza dei tanti per i quali le mie osservazioni risulteranno scontate.



    Missione
    Mi sembra che i PPA siano stati concepiti per svolgere quello che Sir Julian Corbett (noto studioso di strategia navale) definiva “esercizio del controllo delle comunicazioni [marittime]”, ovvero un vasto insieme di compiti che spaziano dalla polizia dell’alto mare (di precipua competenza delle Marine e da non confondersi con il controllo delle acque territoriali), alla diplomazia navale, alla salvaguardia dei traffici marittimi ed in generale dell’uso del mare; missioni che richiedono, sempre secondo il suddetto autore, "una numerosa classe di vascelli particolarmente adatti all' inseguimento". Tali navi per le loro caratteristiche risultano inoltre idonee, solitamente, ad appoggiare le formazioni da battaglia, primariamente con funzioni esplorative.
    Tra tutte le tipologie di missione sopra indicate, proprio la principale, ovvero la protezione delle linee di traffico (e conseguentemente anche dei punti focali di transito) riveste per l’Italia un'importanza elevatissima, in conseguenza della sua collocazione geografica e della sua economia, massimamente basata sull’importazione di idrocarburi e materie prime per l’industria e sull’esportazione dei prodotti finiti da questa realizzati, il tutto principalmente via mare ed in un’area molto vasta.
    Vorrei rimarcare come solo delle navi da guerra siano in grado di assolvere tutto lo spettro di missioni sopra indicate, mentre unità più semplici e leggere potrebbero occuparsi esclusivamente di alcuni specifici ambiti tra quelli prima elencati.

    Un altro aspetto importante legato all’ esercizio del controllo delle comunicazioni è che esso si basa su una diffusa presenza di unità navali e quindi il presupposto essenziale per poterlo effettivamente attuare è la disponibilità di un numero sufficiente di navi da destinarvi. Data la premessa, mi pare naturale conseguenza la volontà della Marina di realizzare un elevato numero di PPA (fino a sedici, stando alle dichiarazioni ufficiali), uniformando su di essi tale componente della flotta in modo da potersi contemporaneamente giovare delle numerose economie di scala che una serie significativa consentirebbe.

    Modularità
    Visti i tempi correnti caratterizzati da serie difficoltà economiche e la necessità, appena rilevata, di realizzare una classe numerosa di navi per far fronte ad una esigenza operativa impellente, la Marina ha deciso di adottare, su un unico progetto, diversi gradi di allestimento, mantenendo quindi la possibilità di incrementare le dotazioni delle singole unità qualora se ne riscontrasse l’esigenza o vi fossero le risorse economiche occorrenti. Mi sembra una scelta oculata, volta all'ottimizzazione dei fondi in relazione all'obiettivo finale.

    Propulsione
    Come si è visto sopra, per esercitare il controllo delle linee di comunicazione marittima sono necessarie navi veloci. La Marina ha riposto molta attenzione su questo aspetto, introducendo forme di carena innovative (con il "rostro") e progettando un impianto propulsivo che dovrebbe consentire di ottenere velocità, sia di crociera che massima continuativa, elevate, garantendo nel contempo efficienza a tutte le andature e notevole ridondanza. Infatti dovrebbe essere possibile la scelta di molteplici combinazioni nell'impiego dei vari propulsori, a partire dall'uso di un solo motore elettrico con un singolo generatore, fino all'abbinamento dei diesel e della turbina, eventualmente trascinando i motori elettrici per la produzione di energia. Inoltre, anche con tutti e tre i compartimenti contenenti gli impianti di propulsione resi inservibili, dovrebbe risultare possibile generare elettricità. Un sistema piuttosto complesso e probabilmente costoso, ma che dovrebbe consentire elevata autonomia di missione e importanti risparmi nel ciclo di vita delle navi.


    (Tratto dal forum SpaceBattles.com, ma pubblicato originariamente sull'X-tra' 012 di RID a pag. 18)

    Elettronica
    Sia per la missione principale di tali unità - il controllo delle linee di comunicazione marittima - che per quella secondaria - l'appoggio alle formazioni navali da battaglia - risulta importante disporre di elevate capacità di scoperta. I PPA risponderanno pienamente a questo requisito grazie ai radar molto avanzati in dotazione, all'installazione di un innovativo sistema all’infrarosso di scoperta e allarme (utile per l'autodifesa, ma probabilmente in generale nei contesti litoranei nei quali con frequenza tali navi saranno chiamate ad operare) e ad un sonar a profondità variabile, inferiore per capacità all'apparato di grande potenza imbarcato sui Bergamini ASW, ma che con un raggio di scoperta superiore a 40 Km. dovrebbe risultare più che adeguato alle esigenze di missione delle unità in questione.
    Inoltre sarà possibile impiegare mezzi minori autonomi, telecomandati o con equipaggio (aerei, di superficie o subacquei), specificamente deputati a operazioni di ricognizione.

    Sistema di combattimento
    Per navi destinate alle summenzionate missioni la potenza bellica individuale dovrebbe essere sufficiente a garantirsi dagli attacchi più probabili, ma non tale da compromettere le capacità di esercitare il controllo delle comunicazioni marittime.
    Anche qui mi sembra che la necessità sia stata soddisfatta. I PPA infatti nella configurazione basica (equipaggiata con 127/64, 76/62 ed armamento in dotazione agli elicotteri) dovrebbero essere superiori a qualunque minaccia ipotizzabile in scenari a bassa intensità, mentre con l'allestimento completo (che prevede in aggiunta missili antiaerei a corto e medio raggio, missili antinave, siluri leggeri e pesanti) dovrebbero poter affrontare in autonomia tutti i tipi di unità minori e costiere, fino ad arrivare a navi della classe delle fregate.

    Aree polifunzionali
    Un altro aspetto caratterizzante il progetto dei PPA è dato dalle aree polifunzionali e riconfigurabili, quella a centro nave e quella a poppa sotto il ponte di volo.
    Per delle unità destinate a compiere una molteplicità di missioni anche a grande distanza dalle basi, spesso con l’esigenza di impiegare diversi mezzi minori, la possibilità di caricare (e di movimentare in autonomia) imbarcazioni di differenti tipologie, scorte aggiuntive, materiale vario, personale specializzato soprannumerario rispetto alla tabella organica, potrebbe rivelarsi di grande utilità.
    Tra le tante ipotesi formulabili, pensiamo per esempio al trasporto e impiego di gommoni, motoscafi veloci o imbarcazioni anfibie nell'ambito di operazioni di polizia marittima o di antipirateria, oppure nell'eventualità di evacuazioni di personale civile; o ancora all'imbarco di installazioni logistiche per appoggiare distaccamenti di cacciamine o all'impiego diretto di sistemi antimina; al trasporto di rifornimenti per una base avanzata o per sostenere un rischieramento dell'unità stessa in assenza di basi; alla differenziazione di funzioni tra unità similari in missione congiunta; infine, mentre dei sistemi di ricognizione si è già detto, citiamo le operazioni di protezione civile.
    Il tutto su una piattaforma ottimizzata per agevolare le attività marinaresche correlate all'impiego dei natanti dipendenti.

    Costi
    Viste tutte le capacità di cui disporranno i nostri PPA, diventa inevitabile aspettarsi per essi un costo importante. Infatti i sette esemplari attualmente sotto contratto varranno in media (secondo quanto pubblicato da RID nell’X-tra’ 012 a pag. 14) 480 milioni di Euro l'uno, al netto di circa 550 milioni complessivi per il supporto logistico decennale: 530 milioni i Full, 480 i Light Plus e 430 i Light. Come premesso, si tratta di cifre significative; se andiamo però a confrontarle con quelle delle classi di navi occidentali recenti o di prossima realizzazione destinate a compiti similari a quelli che ricadranno sui PPA (si veda la tabella allegata), scopriamo che risultano tra le più contenute, facendo quindi risaltare le nostre unità come le più economiche della categoria (oltre che, mi pare, le più prestanti).
    Se poi giungessimo a considerare le economie previste sul ciclo di vita rispetto alle precedenti navi in servizio nella Marina e derivanti dalla standardizzazione, dalla serie costruttiva numerosa, dai costi di esercizio contenuti e dall'alta disponibilità operativa prevista, vedremmo che quello dei PPA si rivela un ottimo progetto praticamente sotto tutti i punti di vista. Certo, non si dovrebbe compiere l'errore di pensare ad essi come a ciò che non saranno.


    Modello di NaveCosto per esemplare (in milioni di Euro)
    PPA (media tra i primi 7)480
    PPA (stima configurazione Full)530
    FTI760
    MKS-180925

    Conclusioni
    Sono convinto che con i PPA la Marina stia in primo luogo rispondendo ad una necessità strategica fondamentale per l'Italia, ovvero la salvaguardia delle linee di comunicazione marittima, al cospetto inoltre di una minaccia oggi in rapida crescita ed evoluzione (dopo un quarto di secolo di relativa tranquillità sui mari che aveva condotto ad un generale ridimensionamento delle forze navali), che richiederà un incremento delle flotte. Questo realizzando navi per molti aspetti innovative e cercando di contenerne i costi d'acquisto e soprattutto d'esercizio in un periodo di difficoltà economica per la nazione.

    In conclusione, mi si permetta un piccolo paragone.
    In un mondo nel quale la tecnica evolve con grande rapidità, ma nel quale i principi della strategia marittima restano sostanzialmente gli stessi, i PPA mi sembrano un felice ritorno al passato, un tentativo di reinterpretare in chiave moderna, anzi all'avanguardia sui tempi, il tipo di nave che meglio a mio avviso ha esercitato nella storia il controllo delle comunicazioni marittime: la fregata dell'epoca della vela.

    Ringraziamenti:
    Il Sig. Eagle Spotters per i dati sui costi delle unità navali.

    Riferimenti:
    www.janes.com/article/64763/euronav...design-unveiled
    http://navaltoday.com/2016/10/11/report-ge...contract-award/



    Edited by Badman - 17/11/2016, 14:34
     
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