Fenomeni migratori.

Spostamenti di popoli a livello globale

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    CITAZIONE (Ortigara2 @ 17/9/2023, 20:23) 
    Il problema non è il dito di Lampedusa e della Tunisia, è la luna delle decine di milioni di movimenti migratori che rischiano di diventare centinaia. In questo contesto, se il nostro tentativo di garantire un qualche sviluppo locale nelle zone di origine dei flussi finisce con l'essere condizionato alle beghe tra i partiti di Bruxelles in vista del voto del 2024, decisamente non è miopia, è cecità.

    Ma in tutto ciò..l' ONU? Spendiamo centinaia di milioni per un'organizzazione che alla fine è nulla. Assomiglia sempre più a uno stipendificio...
     
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    L'ONU è una buona vasca di decantazione diplomatica. E serve come foglia di fico per interventi sui quali concordano tutti quelli che contano qualcosa.
    Quanto al resto, paga buoni stipendi e ha belle sedi.
    Inutile attendersi altro.
    Chi lo fa, cerca alibi a uso interno.
    Quanto alle periodiche proposte di modifica del potere di veto, andassero avanti incapperebbero in ... un veto.
     
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    Ah, questo è uno scontro tra titani... due dei soggetti preferiti qua...



    E imho chi pensa che certi articoli contro l'uno o l'altro siano solo gossip non ha capito nulla di cosa sta succedendo in Occidente oggi.
     
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    Una volta che hai un censimento salta la copertura dei paesi d'orgine che non ci sono i documenti. Il blocco alla frontiera è di tipo burocratico.

    Noi scriviamo. Abbiamo XYZ cittadino vostro da deportare, loro ci rispondo che controllano, c'impiegano anni, se avrà pure problemi penali basta far sparire i documenti etc.. etc...

    Niente di nuovo noi spedivamo i nostri carcerati negli USA e Joe Petrosino ci ha lasciato la pelle.

    Una volta che tutto è digitale e alla nascita sono fregati.

    Li metti sull'aereo e li rispedisci immediatamente indietro sono cittadini di quel paese e lo sapremo automaticamente grazie alle impronte biometriche.
     
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    Sig meriv, purtroppo, non funziona cosi!
    Nemmeno tra paesi europei e membri dell'Unione.


    L'Italia cerca da decenni di far scontare le pene dei detenuti est-europei nei paesi di origine. Invano.
    Questi paesi semplicemente rifiutano di riconoscere i propri cittadini adducendo dubbi sull'identitá, sull'omonimia ecc.


    Stiamo parlando di paesi con cui abbiamo buonissime relazioni diplomatiche e di persone per cui non esiste un problema umanitario.

    Nel concreto, ad oggi, i detenuti rumeni sono
    12% della popolazione carceraria, mentre quelli albanesi il 10%: rimpatriarne anche solo una parte allieverebbe la sovrappopolazione nelle carceri.
     
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    Questi paesi semplicemente rifiutano di riconoscere i propri cittadini adducendo dubbi sull'identitá, sull'omonimia ecc.

    Sig. Blade Runner vede che da ragione alla mia proposta?

    Che ominimia o falsa identità ci puo essere quando le impronte sono uniche, neanche gemelli omozigoti hanno la stessa impronta.

    Unica eccezione se qualcuno si brucia i polpastrelli. In quel caso basta mettere la legge che per ogni polpastrello bruciato ti fai un anno di carcere. Vediamo se vogliono farsi 10 anni.

    Non c'è burocrazia che regge.

    L'obiettivo è automatizzare tutto e togliere l'uomo dal loop in modo tale che non mettà barriere burocratiche.
     
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    Con tutto il rispetto per i suoi abitanti, non focalizziamoci su Lampedusa, quella è la punta dell'iceberg.
    Pensiamo che il fenomeno negli anni a venire è destinato a prendere una dimensione diversa e con ogni probabilità ben maggiore.
    Altrimenti siamo come dei malati di covid che al primo sintomo si sono fatti un tampone ed hanno scoperto di essere positivi; e adesso si preoccupano per la prima febbre a 37,2, quando sarebbe il caso di pensare a quando potrebbe salire a 40.
    I fenomeni migratori non sono un'esclusiva del Mediterraneo centrale e vanno ben oltre i numeri che siamo abituati a vedere tra Tunisia e Lampedusa. Ci sono delle componenti di fondo sulle quali dovremmo interrogarci, decidere se e come possiamo modificarle, se e come le possiamo gestire, se in che misura dobbiamo accettarle e se e in che misura aiamo disposti a esserne modificati nel nostro stile di vita.
    Discutiamo di generazioni e discutiamo di decine e centinaia di milioni di persone.
    Magari il problema fosse come rimpatriarne mille in più.
    Questa discussione è nata per affrontare il discorso globale ed è nata sulle ceneri di un'altra, che è stata chiusa per eccesso di polemiche e per essere diventata troppo centrata sul nostro cortile di casa.
    Non ripetiamo lo stesso errore.
     
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    Sig. Ortigara non è solo cortile di casa e non credo saino polemiche. Credo sia la soluzione reale




    QUOTE
    ​Over 1B e-passports in circulation

    With over 1,000 million ePassports in circulation, smart borders and smart airports are emerging faster.

    Combined with a strong push behind biometrics (particularly face recognition​), they open the door to a comprehensive range of automated, self-service airport facilities for passengers, from check-in to immigration control and boarding.

    They offer travellers a taste of cross-border movement that is as secure as it is swift and seamless.​​​

    To know more about biometrics and aviation, visit our web dossier: Biometrics to transform air travel and the "passenger experience."​
    264 million new ePassports in 2018 alone

    According to Future Market Insights (FMI), over 264 million electronic passports were sold in 2018. The study foresees over 310 million documents to be shipped in 2019.

    The research company also forecasts a compound annual growth rate of 21% through 2028 for the e-passport market.

    FMI states that developing economies are still held back because of a lack of capital and technological know-how.

    Poi consideriamo che tutta l'europa ha gia le impronte come default per le carte d'identità (e siamo a 500mln) sicuramente nei paesi del Far East è la stessa cosa (Cina, Corea, Giappone, Taiwan)

    KSpEwq

    La direzione Macro è quella. Probabilmente gia una fetta enorme della popolazione ha le impronte prese.

    C'è solo bisogno di fare una database comune, di stanza all'UNHCR che gli stati possano usare per rimpatriare automaticamente.
     
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    L'identificazione certa di una persona non implica che il suo Stato di appartenenza sia disposto a riprendersela.
    Di certo non se fossero centinaia di migliaia o milioni.
    Parliamo degli obiettivi prima che dei mezzi per perseguirli.
    Sono millenni che i fenomeni migratori si gestiscono o con le legioni sul limes o assimilando all'interno del limes. Certo, sulla scala plurisecolare o dei millenni, ogni civiltà muta anche in rapporto agli influssi che riceve da tutto intorno. Questo è altro discorso e, sinceramente, come sarà la civiltà dei miei discendenti nell'anno 3000 è per me un tema che va al di là della più sfrenata immaginazione.
    Assimilazione, integrazione, rifiuto, ibridazione.
    Un mix, d'accordo, ma in che percentuali e come modificarle secondo l'evenienza concreta?
    Non oggi, i numeri sono ancora gestibili nel breve periodo; ma tra 5 anni o nella prossima generazione, come vogliamo gestire il fenomeno migratorio?
    Ci saranno frange da respingere, ci sono sempre state e ci saranno sempre.
    Ma non sono il cuore del problema.
    Quello, penso proprio siano le mie domande nel mio post precedente.
    Ci saranno in tutto il mondo, come sempre ma più di sempre, migrazioni innescate da fatti religiosi, culturali, economici, militari, ecologici. Cause esacerbate da differenze di crescita demografica troppo marcate. Come in tutti i fenomeni multifattoriali è inutile illudersi di trovare la soluzione singola.
    Sia chiaro: la proposta del signor Meriv è assolutamente sensata e sarebbe anche da tradurre subito in concreto.
    Ma temo serva ben altro.
    Di fondo resto della mia idea, a gioco lungo la civiltà superiore assimila se non distrugge quella inferiore; o, se il loro livello non è troppo lontano, ne resta in qualche modo influenzata. Però un qualsiasi manuale di storia ci potrà narrare che lungo il percorso lutti e distruzioni non mancano.
    L'istinto migratorio è connaturato all'uomo, non ci fosse, oggi, casomai fossi venuto ugualmente al mondo, mi troverei da qualche parte nella regione dei grandi laghi in Africa. Però viviamo in un mondo più abitato e più veloce di quello dei precedenti periodi storici e la nostra comprensione dei fenomeni deve essere adeguata a questo.
    Che futuro vogliamo per la nostra way of life? Domanda che vale a Pantelleria come a Singapore.
    Rispondiamoci con onestà, gli strumenti da adottare sono conseguenti.
    Altrimenti è dura tracciare un percorso e scegliere i mezzi, se non sappiamo dove vogliamo andare.
    Dove vogliamo andare?
    Verso quale futuro del nostro stile di vita?

    Edited by Ortigara2 - 22/9/2023, 23:30
     
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    Come Europei è difficile cambiare prospettiva, dopo tutto eravamo la fine del mondo, e dunque ondate su ondate di diverse etnie si affollavano nel continente più ricco.

    Dunque da sempre noi abbiamo "subito" l'immigrazione.

    Ma questo è cambiato con la globalizzazione. Mi spiace Sig. Ortigara ma oramai non è più un tema morale/etico/politico ma meramente economico.

    Delta del capitale umano fra esportato ed importato entro X% della popolazione totale con X che aumenta quanto maggiore è la ridistribuzione sul territorio ( e dunque Italia e Germania con un modello urbano decentralizzato hanno un vantaggio).

    E come per la bilancia commerciale se quel conto è negativo sono guai amari.
     
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    “La storia dimostra che tutte le dittature, tutte le forme autoritarie di governo sono transitorie. Soltanto i sistemi democratici non sono transitori.” V. Putin

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    Forse ci si scorda dei milioni di Europei immigrati nel nuovo mondo .
    Alcune stime parlano di circa 30 milioni di Europei immigrati solo negli USA , circa tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX .
    Contesti completamente diversi , c’era da costruire un mondo , ma questi numeri , tarati sulla popolazione europea dell’epoca sono giganteschi .
    Qualcuno ha dati attendibili di quanti di questi 30 milioni circa erano Italiani ?
     
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    Contesti completamente diversi , c’era da costruire un mondo

    non è cosi noi siamo finiti in popolazioni urbane. E in quei casi dove non l'abbiamo fatto come nelle fazendas di caffe brasiliane eravamo mano d'opera non coloni come i tedeschi.



    Mentre noi eravamo tutti nel New England.

    Idem in misura proporzionale a quella vastita di territorio in Argentina



    QUOTE
    Según el censo argentino de 1914, un tercio de los inmigrantes italianos en Argentina vivía en la capital, otro tercio en diferentes centros urbanos y solo un tercio en las zonas rurales.

    Solo un terzo erano agricoltori.

    Idem negli altri paesi. Attenti agli stereotipi!
     
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    CITAZIONE (Ortigara2 @ 22/9/2023, 23:15) 
    Di fondo resto della mia idea, a gioco lungo la civiltà superiore assimila se non distrugge quella inferiore; o, se il loro livello non è troppo lontano, ne resta in qualche modo influenzata. Però un qualsiasi manuale di storia ci potrà narrare che lungo il percorso lutti e distruzioni non mancano.

    Non sono d’accordo, può avvenire anche il contrario, e il primo esempi che mi viene in mente è l’Impero d’Occidente.
    E anche se forse in futuro questo accadrà, nel frattempo ci troviamo con situazioni come le balieue
     
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    Si, l'esempio dell'impero d'occidente lo conosciamo bene. Va detto però che i germani del IV e V secolo erano evidentemente diventati la civiltà superiore come arte bellica.

    Altro esempio furono Slavi e Avari nei Balcani alla fine del VI secolo.

    Credo che si debba usare l'aggettivo superiore con le pinze.

    Gli arabi del VII secolo che travolsero le civilissime province romane di Egitto, Siria, Palestina e L'Africa latina erano una civiltà "superiore"?

    I musulmani che sconvolsero Indonesia e Malesia senza usare (inizialmente) le armi erano una civiltà superiore?

    I Talebani che ci hanno appena cacciato da Kabul sono esponenti di una civiltà "superiore"?

    Io col cuore direi di no ma con la mente dico di si, se per superiore intendiamo più forte.
     
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    Forse ci si dimentica che l'Impero Romano aveva raggiunto dimensioni che, per l'epoca, erano impossibili da gestire dal punto di vista logistico.
    In questo si inquadra il tentativo di Diocleziano di dividere in quattro parti l'Impero, unità, diversità, appoggio reciproco. Funzionò poco.
    Poi, siccome i denari giocano sempre una parte importante nello svolgimento della Storia, la generale crisi economica impediva di formare le classiche (ed efficienti) legioni in numero sufficiente, si finiva per combattere con i metodi degli avversari, che erano spesso più numerosi e meglio addestrati (abituati) e si veniva sconfitti.
    Non si porta però l'esempio dell'Impero Bizantino, la seconda Roma, che riuscì a resistere, con alterne fasi fino al XV secolo. Poi ci dimentichiamo che i Bizantini subirono gli attacchi da Oriente e da Occidente, il famigerato esempio della IV Crociata, deviata dalla potenza commerciale veneziana, dovrebbe restare presente nelle nostre menti.
    Qui mi fermo per non andare ulteriormente OT.

    La Storia è maestra di vita, ma bisogna studiarla e non usarla come slogan.
     
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