Estremo Oriente e Pacifico

Teatro di tensione e possibili conflitti

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    L'Estremo Oriente e il Pacifico sono due regioni geografiche fondamentali per la geopolitica mondiale. L'Estremo Oriente è generalmente definito come l'area che comprende Cina, Giappone, Corea del Sud, Corea del Nord, Taiwan e Mongolia, mentre il Pacifico si riferisce all'area geografica che circonda l'Oceano Pacifico.

    immagine_2023-03-27_065714912

    Le ragioni per cui queste regioni sono molto importanti a livello geopolitico sono varie. La loro collocazione per il commercio è sicuramente una delle ragioni più importanti, seguita dalla loro influenza culturale e politica a livello mondiale e le ampie risorse naturali che si trovano in queste regioni.

    Tuttavia, non può essere dimenticato che queste regioni sono teatri di forti tensioni con risvolti globali potenzialmente catastrofici. Le dispute territoriali fra i vari paesi dell'area e in particolare le dispute per le varie isole e atolli nel Mar Cinese Orientale e nell'Oceano Pacifico, con la creazione di basi e avamposti per il controllo delle risorse naturali: pesca ma anche possibilità futura di estrarre idrocarburi e dello sfruttamento dei fondali oceanici per attività minerarie e in particolare della possibilità futura di estrazione delle cosiddette "terre rare" materiali necessari alla produzione di semiconduttori, motori elettrici, batterie etc. etc.

    La situazione della Corea del Nord è inoltre fonte di continue preoccupazioni in particolare per la Corea del Sud e il Giappone, con il suo programma missilistico e nucleare che è uno dei principali motivi dati dal Giappone per il suo forte riarmo. Mentre la volontà della Repubblica Popolare Cinese di riportare sotto il proprio controllo Taiwan (importante produttore ed esportatore di semiconduttori), vista dalla Cina Continentale come un provincia ribelle, è fonte di continui attriti con gli altri paesi dell'area e gli USA.

    Ufficialmente Taiwan, pur nei fatti indipendente, non ha dichiarato la sua indipendenza e a livello mondiale sono pochi che riconoscono la sua esistenza oltre a rapporti commerciali, ma un eventuale invasione Cinese, ritenuta da molti molto probabile nei prossimi 10-15 anni, potrebbe scatenare un conflitto su scala globale simile ai precedenti conflitti mondiali della prima parte del novecento, con un possibile conflitto nucleare fra USA e Cina uno delle conseguenze possibili.

    In chiave anti-cinese, gli USA hanno stretto accordi sia con alleati di lunga data come Australia, Sud Corea e Giappone, che paesi una volta nemici come il Vietnam e stanno progressivamente concentrando nel pacifico le loro attenzioni e il grosso della loro potenza militare per contrastare la Cina. L'accordo AUKUS con Australia e Regno Unito va formare uno dei tasselli fondamentali, grazie alla possibilità di basare in Australia fino a 5 SSN UK e USA, oltre che al potenziamento di un alleato fondamentale come l'Australia che introdurrà nei prossimi 15-20 anni i suoi primi sottomarini a propulsione nucleare con la collaborazione di USA e UK, entrando in un ristretto club di paesi dotati di SSN, anche se non si doterà di un arsenale nucleare.

    Edited by Badman - 27/3/2023, 08:27
     
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    Budget difesa giapponese 2023, notevole!

    www.mod.go.jp/en/d_act/d_budget/pdf/230330a.pdf
     
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    Taiwan per continuare a prosperare abbisogna di importare ed esportare , se i cinesi iniziano ad ostacolare i traffici marittimi le cose si fanno difficili.
     
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    Na no, non é tempo di showdown, almeno non ancora e, imho, a lungo. Gli USA passano a un tiro di schioppo dai vari reef artificiali cinesi per affermare che sono acque internazionali, i cinesi scorrazzano per mari e cieli di Taiwan per ribadire che sono aree interne alla Cina. Ogni volta che un funzionario USA di grado più alto di un parlamentare del Congresso dell'indiana andrà a Taipei, rivedremo la scena.
    Allo stato, é business as usual. Tra due che non si amano ma hanno reciproco bisogno dell'altro.
     
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    Più che altro, se i Cinesi iniziano questo gioco e iniziano a ostacolare l'arrivo e le esportazioni di merici sul/dall'isola imponendo una sorta di quarantena navale controllando tutte le navi dirette a Taiwan, la cosa porterebbe molto in fretta a un inalzalmento delle tensioni fino a nuovi livelli ancora non raggiunti. USA, Marina Taiwanese e partner dovrebbero iniziare a interporsi fra le navi mercantili e le navi cinesi per permettere il regolare traffico marittimo di svolgersi. Ancora siamo distanti da un escalation militare, potendo pure usare le grandi navi della guardia costiera per contrastare i cinesi... Però...
     
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    Da notare che a gennaio del prossimo anno a Taiwan ci saranno le elezioni presidenziali.
    I cinesi faranno di tutto per condizionare quelle elezioni, con le buone o le cattive.

    Pechino appoggia il KMT , partito che propone di avere rapporti il piu' distesi possibili con la Cina continentale.
     
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    CITAZIONE (Hortiz @ 8/4/2023, 20:02) 
    Pechino appoggia il KMT , partito che propone di avere rapporti il piu' distesi possibili con la Cina continentale.

    Stranezze della Storia: il KMT è il Kuomintag, il partito di Chang-Kai-Shek, che combatté una lunga guerra civile con i Comunisti di Mao-Tse-Tung, fino alla vittoria di questi ultimi e la fuga del KMT a Formosa.
    Il KMT è il partito più vicino alla Cina perché sostiene la stessa cosa: Cina continentale e Taiwan cono un unico Stato, solo che ognuno dei due ritiene di essere il legittimo proprietario di tutta la Cina.
    Gli altri partiti sono possibilisti su una dichiarazione di indipendenza e quindi separazione dal Continente, cosa che probabilmente per il Partito Comunista Cinese sarebbe un "casus belli".
     
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    Il KMT è il partito più vicino alla Cina perché sostiene la stessa cosa: Cina continentale e Taiwan cono un unico Stato, solo che ognuno dei due ritiene di essere il legittimo proprietario di tutta la Cina.

    E' vero che il KMT riconosce che Cina e Taiwan sono un'unico Stato (incidentalmente, questa è anche la posizione della comunità internazionale, compresi gli stessi Stati Uniti), ma ha cessato da tempo di sostenere di essere il governo legittimo di tutta la Cina. Invece, nell'aprile 1979 l'allora Presidente Chiang Ching-kuo (tra l'altro, il figlio maggiore di Chang-Kai-Shek) formulò la cosidetta politica dei "Tre No": No ad una riunificazione a breve termine, No ad una dichiarazione unilaterale di indipedenza, e No all'uso della forza per risolvere la questione. Questa politica è rimasta e rimane la posizione ufficiale di Taiwan anche sotto i governi successivi.

    QUOTE
    Gli altri partiti sono possibilisti su una dichiarazione di indipendenza e quindi separazione dal Continente, cosa che probabilmente per il Partito Comunista Cinese sarebbe un "casus belli".

    Forse sono rimasto indietro, ma non mi risulta che alcuna forza politica di Taiwan si sia espressa a favore di una eventuale dichiarazione di indipendenza. Le pressioni in questo senso vengono semmai da frazioni del mondo imprenditoriale e finanziario, che ritengono che Taiwan indipendente (e perciò riconosciuta in tutti gli accordi internazionali) diventerebbe una specie di Corea del Sud al cubo. Ma una siffatta dichiarazione non sarebbe "probabilmente" un "casus belli" per la Cina: lo sarebbe con assoluta certezza, e la cosa è stata dichiarata con la massina chiarezza possibile.
     
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    Citavo a memoria.
    Sono andato a guardare rapidamente, purtroppo per ora solo su Wiki.
    Il Democratic Progressive Party of Taiwan: Il 30 settembre 2007, il Partito Democratico Progressista di Taiwan ha approvato una risoluzione che affermava un'identità separata dalla Cina e che chiedeva l'emanazione di una nuova costituzione per una "nazione normale"
    Sempre secondo Wiki, in questo momento il DPP sarebbe il partito di maggioranza relativa sull'isola.

    Bisogna approfondire, le pagine di Wiki hanno una credibilità relativa.


    EDIT: leggo su una pagina dell'Enciclopedia Britannica "Amid debates over the political status of Taiwan (i.e., whether or not it was tied to mainland China)—the DPP committed itself to the establishment of a “Taiwanese republic with independent sovereignty”—the party’s popularity declined in the early 1990s".
     
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    leggo su una pagina dell'Enciclopedia Britannica "Amid debates over the political status of Taiwan (i.e., whether or not it was tied to mainland China)—the DPP committed itself to the establishment of a “Taiwanese republic with independent sovereignty”—the party’s popularity declined in the early 1990s".

    Sí. Ma tanto per fornire un indizio di come vadano le cose da quelle parti, Chen Shui-bian (il primo Presidente proveniente dal DPP) servì due termini successivi, dal 2000 al 2008, durante i quali iniziò alcune (caute) mosse per trasformare le sue personali convinzioni circa la necessità di un'indipendenza formale in una vera e propria linea politica. Ma appena scaduto il mandato, lui e la moglie vennero arrestati, processati e condannati all'ergastolo in base ad accuse di corruzione più o meno "montate" (poi rilasciati nel 2015 per motivi di salute). All'epoca, la cosa venne unanimamente interpretata dagli osservatori internazionali come un segnale alla Cina, ad opera del successivo governo del KMT, che le cose sarebbero tornate alla "normalità".
     
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